L'editoriale di Crosetti: "Vertigine e psicodramma sono gemelli che Napoli dovrebbe separare: il secondo posto sarebbe fallimento"

12.12.2017
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Redazione

Scrive Maurizio Crosetti nel suo editoriale per La Repubblica: "La classe fa sempre gol, la classe stanca o ammalata no. Così la Juve rinuncia a Dybala (troppo?) e il Napoli è obbligato a tener fuori Insigne: se al numero 10 levi l’uno rimane lo zero. Singolare l’atmosfera che già cala sul Napoli come se qualcosa di grave fosse accaduto, come se ci fossero colpe da emendare. Abbastanza assurdo. Vertigine e psicodramma sportivo sono gemelli siamesi che ogni tanto a Napoli dovrebbero provare a separare. Chi sta con De Laurentiis dice che Sarri sfianca sempre gli stessi, chi sta con Sarri dice che De Laurentiis avrebbe dovuto comprare di più. L’ipotesi di un secondo posto che oggi la classifica certifica sembrerebbe quasi un fallimento, ma se il Napoli ha vinto lo scudetto solo con Maradona, due volte, ma perdendolo cinque (non era facile riuscirci) un motivo ci sarà. Il gioco bellissimo e in parte prevedibile di Sarri (il gioco lo fanno i giocatori: sempre) non ammette stanchezza. Quando funziona è come passarsi la palla a occhi bendati, quando si blocca restano sugli occhi le bende.

Non ha torto chi sostiene che i giocatori alternativi Sarri li avrebbe, però quasi mai li usa, neppure contro Benevento e Cagliari l’ha fatto. Ma non si possono dimenticare gli infortuni vitali di Milik, prima scelta d’attacco come dodicesimo, e Ghoulam, oltre a Insigne che fermandosi ha come cancellato la famosa “catena di sinistra”: ma se davvero esiste ed è tanto irresistibile, non dovrebbe funzionare anche senza i titolari? Manco per niente. Ieri era come se al Napoli mancasse una metà esatta, Mario Rui e Zielinski non li cercava nessuno, quasi tutto il gioco si appoggiava dall’altra parte come a un bastone e si sa che i difetti di postura provocano danni e dolori. Nel mezzo di questo rallentamento si notano ancora di più la scarsa forma di Mertens e la strana, inspiegabile involuzione di Hamsik, il quale resta probabilmente il migliore di tutti, il più moderno, ma anche un campione che sembra sempre gridare sottovoce, come temendo di disturbare. Impeccabile nello stile e nel comportamento, persino troppo modesto e compassato: un leader che non grida e non si sporca mai è forse un leader a metà".
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