L'editoriale di Cucci su Il Roma: "Sarri sa di avere una squadra eccellente condannata a vincere, ma parlano i fatti ed i gol"

12.09.2016
12:10
Redazione

Un sabato napoletano. Una doccia scozzese. Gelida serata dopo i due gol juventini di Higuaìn, nottata vesuviana dopo i tre gol di Palermo. Callejon che doppia la doppietta. Come un anno fa, il Napoli sembra spinto al successo dalla Juve. Rabbia e orgoglio? Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Io li chiamo semplicemente gol, come a Pescara - in recupero - come col Milan, straripando ed esibendo anche la potenza di Milik. Povero Palermo, sento dire. E invece respingo il fondo lamentoso degli spiriti feriti dal “tradimento” del Pipita. Il Napoli è una macchina da gol, e ancora deve svegliarsi Gabbiadini, e intanto si scalda un Insigne che lavora per gli altri eppoi penserà anche a se stesso. In casa Juve, avete visto cosa succede: Higuaìn è il solito fenomeno, due gol iin dieci minuti, applausi a scena aperta, ma appena esce per godersi la standing ovation e osserva il seguito dalla panchina, per nulla convinto della sostituzione, i bianconeri rischiano di essere agguantati dal Sassuolo coraggioso, e non esagero perché se agli emiliani fosse stato concesso il rigore per mani di Chiellini.... Dite che il calcio non si gioca con i “se”? Lo so bene. Ma si gioca anche con le giuste decisioni arbitrali. Poi, è vero: la Juve è un’espressione di potenza (non solo di potere) ma la inesauribile vena di Higuaìn ha fatto letteralmente sparire Dybala. Calcisticamente una bestemmia. (Già che ci sono, osservo che gran parte della critica sembra avere scoperto Higuaìn: ho letto su di lui note esaltanti rimpinzate di aggettivi inediti, frutto di novello incantamento, come se la gloria napoletana fosse stata solo un caso locale e non la storica svolta dopo 57 anni dalle goleade di un antico argentino - Angelillo - al nuovo bomber albicelste). Parlano i gol, parlano i fatti: anche questo campionato vuole proporre il più fascinoso duello delle ultime stagioni, spetta al Napoli, e solo al Napoli, tenerlo in vita fino in fondo. Senza nulla concedere alle emozioni, alle vendette, ai rimpianti, ai presunti complessi d’inferiorità: Sarri sa di avere una squadra eccellente condannata a vincere. Vincere sempre, con le grandi e con le piccole, per tentare l’Impresa e riconquistare anche i cuori perduti in un giorno d’estate.

Fonte : Il Roma
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