L'editoriale di Mura: "Mertens re di Napoli e il perfezionismo di Ancelotti in vista del PSG"

04.11.2018
21:15
Redazione

Di seguito vi proponiamo l'editoriale di Gianni Mura sulle colonne de La Repubblica. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di Calcio Napoli 24. "Quarantaquattro

Di seguito vi proponiamo l'editoriale di Gianni Mura sulle colonne de La Repubblica. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di Calcio Napoli 24.

"Quarantaquattro secondi per segnare, tre minuti per capire se Dybala era in fuorigioco. No, dice il Var. La Juve sprinta in avvio per rispondere ai cinque gol del Napoli, ai cinque dell’Inter. Ma soffre più delle concorrenti. Il 3-1 non dice quanto il Cagliari, dove Allegri crebbe, sia stato vicino a rovinargli la festa. La Juve s’è come addomentata sul vantaggio, la salva il portiere con una strepitosa parata su Pavoletti. Il Cagliari pareggia ma subito dopo Bradaric infila la sua porta, poi rischia il rigore (più braccio che spalla), infine gran palo di Ronaldo. Il Cagliari ha coraggio, nel secondo tempo accetta la sfida sul piano del palleggio e la paga quando, dopo un mischione col 2-2 sfiorato da Pavoletti, Srna (il più esperto) perde la palla nella metà campo juventina e parte un contropiede da manuale. Nel due contro uno Ronaldo è altruista nel servire Cuadrado. Miglior partenza di sempre per la Juve e qualche sbavatura di troppo. Ciro il Belga re di Napoli, per una notte. Mai visto un allenatore, dopo un 5-1 dei suoi, arrabbiato come Ancelotti, che avrà qualche dubbio in più se si tratta di lasciare Mertens in panchina. È vero, a tratti l’Empoli ha giocato meglio, ma non ha difesa. Il tecnico non ha avuto le risposte che aspettava da Diawara e Rog, anche Zielinski sotto tono, ma complessivamente s’è visto un Napoli in grado dire la sua nella fondamentale partita col Psg. La gamba c’è, le distrazioni caleranno. Dall’Empoli in qua, il campionato del Napoli ha un’altra inclinazione. Fin qui ha avuto contro le prime dieci della classifica tranne l’Inter. Molto più morbido il calendario della Juve. Il distacco si spiega anche, ma non solo, così. L’Inter sembra ritrovata, la fragilità del Genoa induce a un minimo di prudenza. A differenza di Ancelotti, Spalletti può gongolare per il rendimento di chi non è titolare al 100%. Riserva a Nainggolan gli ultimi 5’ e Nainggolan segna di testa, da centravanti. Buon presagio in vista del Barça. A riposo Icardi, doveva essere la giornata di Lautaro Martinez, invece no: sbaglia un gol e sparisce. In compenso, e pesano, due gol di Gagliardini e uno di Joao Mario, da molti giudicati oggetti misteriosi o non da Inter o non inseriti. Due motivi d’allegria per Spalletti in un colpo: dimostra nei fatti, non a parole, di non sacrificare nessuno e ottiene dai centrocampisti gli inserimenti in area che sono indispensabili, quando si gioca con una sola vera punta. L’unico brivido per Handanovic arriva dallo stesso Handanovic. Piatek a lungo in panchina. Forse è stanco. Si legge che non rientrerebbe negli schemi di Juric, ma sarebbe un’eresia. Bella partita a Firenze, pari giusto e rigore che si candida al più ridicolo della stagione".

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