Sconcerti: "Napoli, i problemi sono tre. Minimo sindacale per lotta scudetto. Se i test di Sarri dicono che è tutto ok, vanno rivisti"

11.12.2017
09:30
Redazione

Vi proponiamo di seguito l'editoriale del collega Mario Sconcerti per l'edizione odierna del Corriere della Sera

È stata una giornata cancellata dalla stanchezza. Nessuno ha vinto, nessuno ha segnato. Questo consolida l’attimo di difficoltà del Napoli, alla quarta partita in stagione senza gol, cioè quasi il massimo sindacale per pensare allo scudetto. Sarri dice che i test raccontano una squadra in perfetta forma fisica. Ma aggiunge che c’è una morbidezza mentale evidente. Nel concreto il Napoli ha cambiato gioco, non attacca più l’avversario, arriva lentamente alle cose, non c’è il vecchio pressing che condannava gli altri a non ragionare. Credo sia una situazione nuova anche per Sarri. Ma in pochi giorni il Napoli ha perso la Champions e la testa della classifica. Non segna più. Se i test dicono che è tutto giusto è forse il caso di rivedere i test. Resta un vantaggio: il Napoli non dipende dalla qualità dell’avversario, si dà da solo la propria forza o i limiti. Ora è normale, soggetto quindi anche al gioco degli altri.

La Juve sbaglia se pensa di fare a meno di Dybala. La sua differenza di base è lì. Tutti hanno centravanti importanti, nessuno ha Dybala. Mi sembra che Allegri, nella sua golosità pedagogica, stia esagerando in rigore. Ci sono allievi ed allievi. Dybala va messo davanti al suo niente attuale lasciando sia lui a reagire. La sua cattiva forma alla lunga significa soldi in meno, valutazione contraffatta, e questo è quello che meno vuole un calciatore. Ma l’uomo in più della Juve è lui. Punirlo con l’esclusione significa punire se stessi. Allegri ha in questo momento un’aurea da crepuscolo degli dei, un piccolo piacere da maestro pignolo.

Spalletti invece sembra aver scoperto l’infallibilità dell’Inter. Credo sia un gioco psicologico. Resti calmo quando il gioco arriva, dici che giochi bene quando il gioco manca. D’accordo, lo sappiamo. Ma l’Inter ha fatto un ottimo risultato senza mostrarsi, è stata solo metà squadra. Lo dico pensando alla sua forza globale, che è tanta, ma va sempre confermata. È vero poi che questo è un campionato molto italiano, vince chi perde meno e pareggia di più le partite dolorose. Ma a Torino è mancato qualcosa di profondo, non c’è stata presenza.

Il Milan soffre contro il Bologna come era abbastanza naturale, ma vince per la prima volta con Gattuso. Non va più visto come una grande in difficoltà, ma come una buona squadra che cerca se stessa. Non può dare troppe sorprese. Il Milan è la sesta squadra del campionato, chiunque l’alleni. E lì arriverà.

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