L'editoriale di Sconcerti: "Per un tempo è stata la miglior Italia degli ultimi anni! Si è visto finalmente un po' di calcio"

11.10.2018
09:30
Redazione

Ecco quanto scrive Mario Sconcerti sul Corriere della Sera in merito all'1-1 della Nazionale italiana ieri a Genova contro l'Ucraina:  Per

Ecco quanto scrive Mario Sconcerti sul Corriere della Sera in merito all'1-1 della Nazionale italiana ieri a Genova contro l'Ucraina: 

Per un tempo è stata la migliore Italia degli ultimi anni, giocava con pochi tocchi, era di conseguenza veloce e sempre più tecnica dell’Ucraina. Quando ha segnato, a inizio secondo tempo, sembrava un raccolto doveroso, ma da lì in avanti è rimasto poco, l’Ucraina ha anzi pareggiato e sfiorato più volte il gol definitivo. È stato però un grosso passo avanti nella fuga dalla crisi, perché la squadra ha cercato un gioco personale e spesso lo ha trovato. Per la prima volta si è vista la piccola Italia imporre qualcosa di proprio, assecondare una qualità che sul fondo in qualche modo esiste ancora. Questo grado di forza nasceva però da un grande sforzo atletico, insistito per un’ora su qualunque avversario cercasse di riportare la palla verso la metà campo. In questi casi bisogna comportarsi così, rincorrere tutti, attaccare e inseguire. Ma si dura sempre un tempo, oltre è impossibile. Tutti i rallentamenti della ripresa, quella facilità opprimente di trovare difficoltà nelle marcature, quei ritardi continui nei palloni in avanti, erano tutti figli della leggerezza perduta nel soffocare gli ucraini per metà gara. Non era un’Italia per difendersi, era una squadra con due terzini che sono ali e tutti centrocampisti offensivi, tenevano la qualità e lasciavano la forza all’avversario. Era una squadra nata per giocare in velocità, per essere un po’ sfacciata. C’è riuscita abbastanza a lungo, ha avuto la sfortuna di perdere spazio appena segnato il gol, quando la forza fisica dell’Ucraina ha cancellato la nostra tecnica. Ma è la prima volta da almeno tre anni che questa tecnica l’abbiamo mostrata. Ci sono stati naturalmente errori, è difficile trovare i gol senza primi attaccanti e senza seconde punte che sappiano stare vicine. È stato troppo netto il calo dopo che è passata l’onda del progresso. Ma per la prima volta si è visto tra le pieghe un po’ di calcio, coraggioso e imperfetto, pensato in comune con i giocatori, quasi uno scopo che si avvicina. Va da sé che partiamo dal basso, ci sono stati errori chiari, ma anche idee. Uno a uno, appunto

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