Lucarelli: "Allegri? Ecco come lo chiamavamo. Mazzarri nel cuore dei livornesi per due motivi. Lo facevo impazzire così"

14.11.2012
10:32
Redazione Calcionapoli24.it

Il ragazzo di Shanghai (quartiere popolare alla periferia di Livorno) è sempre lo stesso. Cristiano Lucarelli, intervistato da Il Mattino, conosce bene Allegri e Mazzarri, livornesi come lui. «Lingue svelte, cervello pronto e tosti. Per certi versi toscanacci veri, soprattutto nella diplomazia: non ne hanno per nulla».

Lucarelli, iniziamo da Allegri.
«È della periferia di Livorno, credo di Leccia: da giovane era bravo, lo chiamavano ”Acciuga” quando andava in campo perché era magro magro ma con un piede rapido. Lo incontravo spesso in giro per la città, in fondo siamo 170 mila abitanti. Abbiamo giocato insieme nel Padova, 1996. Un grande compagno di squadra».

Un predestinato?
«Macché, tutto il contrario. Un giocarellone, uno che amava scherzare di continuo. Ora è serio, preciso, non sbaglia mai una parola. Che sia diventato uno degli allenatori più bravi d’Italia mi ha davvero sorpreso. Ma sono molto felice. Sa, l’orgoglio dei livornesi».

Mentre Mazzarri è della provincia.
«Sarà pure di San Vincenzo, ma il mister ai tifosi del Livorno ha regalato due gioie immense: una storica promozione in serie A da allenatore nel 2004 ma soprattutto mise la firma a una fantastica retrocessione del Pisa».

Ai rigori. Lui era ad Acireale.
«Entrò in campo solo per battere quel penalty. Fu decisivo: per i livornesi, i pisani restano pur sempre i nemici giurati. E Mazzarri è diventato un eroe. Poi dieci anni dopo riporto il Livorno in serie A: gli amaranto mancavano dalla massima serie da 50 anni».

Come allenatore, Mazzarri com è?
«A Livorno lo facevo impazzire, gli nascondevo le sigarette sotto la panchina durante gli allenamenti e lo facevo impazzire per trovarle».

A Napoli non si è più permesso.
«Ma non perché lui è diventato più severo o meno permissivo. Solo che io ero cresciuto. Un poco, ma ero cresciuto».

Quali sono le squadre del cuore di Allegri e Mazzarri?
«Per Max rispondo con certezza: è il Livorno. Mazzarri non lo so, perché quelli nati nella provincia non hanno sempre il Livorno come squadra del cuore: credo che Walter tifi per la squadra che alleni, con tutto se stesso».

Perché litigano tra loro così spesso?
«Per noi toscani è la normalità. Però come si litiga così si fa pace. Noi non portiamo mai troppo a lungo il broncio».

Lucarelli, lei è comunista. E loro due?
«Mai parlato di politica con loro. Non ne ho idea. Però mi piacerebbe che fossero rossi tutti e due come me».

Lei per chi tiferà sabato?
«Per il Napoli, senza dubbio».

E i livornesi?
«Beh, ci sono molti anti-juventini qui: credo per gli azzurri, ma solo perché così mettono paura ai bianconeri per lo scudetto».

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