
Italia, Mancini: "Si può ritornare a giocare in sicurezza e con tutti i controlli previsti. Secondo me lo sport di contatto non è pericoloso, almeno osservando i numeri"
Mancini al Corriere dello Sport
Ultimissime Napoli - Roberto Mancini ha rilasciato un'intervista all'edizione odierna del Corriere dello Sport
Anche lo sport ha chiuso e rischia di fallire, soprattutto quello di base.
"Io leggo e mi informo, e - ripeto - prima di tutto viene la salute ma mi risulta che il mondo dello sport non sia stato colpito dal coronavirus. I casi li contiamo facilmente, soprattutto ad alto livello: venti giocatori in serie A? Non ci arrivo, se escludiamo medici, accompagnatori e staff. E in serie B e in serie C? Quanti casi sono stati denunciati? Se poi mi allargo all’attività mondiale, non mi sembra che i numeri aumentino, anzi. Secondo me lo sport di contatto non è pericoloso, almeno osservando i numeri".
Sembra che, proprio in queste ore, il Comitato Tecnico Scientifico lo consideri non a rischio elevato.
"Per questo spero che riaprano il nostro mondo. E non lo dico egoisticamente, per motivi di soldi o di interesse, io ormai gli Europei li giocherò tra un anno e dovrò ricominciare il lavoro di studio. Lo dico da semplice cittadino: lo sport ha un valore sociale, di aggregazione. Se riparte, darà una mano al Paese sotto il profilo psicologico. Le emozioni positive aiutano".
I giocatori sono sottoposti a controlli continui, come il protocollo comanda.
"E questo avvalora la mia tesi che si può ripartire in assoluta sicurezza. Una volta stabilito che i cinquecento giocatori impegnati in serie A sono immuni o guariti, non ci saranno più rischi e pericoli".
Le aziende devono organizzarsi per mettere tutti in sicurezza, quindi anche le società di calcio.
"La Ferrari può diventare un esempio: sta seguendo tutte le procedure per essere a norma"