Maradona, il ricordo da brividi di Ottavio Bianchi: "Vederlo giocare era come ascoltare Mozart: ho visto capolavori quotidiani. Non potevo esternarlo in pubblico, ma dentro di me applaudivo ad ogni prodezza"

27.11.2020
08:10
Redazione

Bianchi a Gazzetta

Ultimissime Napoli - Ottavio Bianchi ricorda Diego Maradona sulle pagine della Gazzetta dello Sport: "Come davanti a un quadro di Picasso o alle grandi opere degli espressionisti che ho sempre amato. Lo guardavo inebriato e ogni volta che aveva la palla tra i piedi avevo la sensazione di assistere a qualcosa di perfetto, unico e irripetibile. Ho avuto un enorme privilegio, assistere ogni giorno alla realizzazione dei suoi capolavori: perché le prodezze che tutti ricordano, le sue punizioni impossibili, i gol da centrocampo, le serpentine, le acrobazie, io le ho viste replicate dal vivo milioni di volte. Ogni giorno, in ogni allenamento Diego regalava quelle prodezze con la semplicità e la naturalezza di chi è baciato dalla grazia. Lo osservavo e dentro di me applaudivo e mi chiedevo come fosse possibile. Da tecnico freddo e impassibile evitavo di manifestare il mio stupore davanti a tutti. Ma mi gustavo ogni suo singolo gesto. Arte pura. Come lo spiega lei il genio? Vederlo giocare era come ascoltare Mozart. Anche i più bravi dei suoi compagni e dei suoi avversari, al massimo erano dei Salieri, lui no. Lui era Mozart"

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