Mercato aperto fino a settembre, la rivolta: "Date sballate: tutti parlano, nessuno fa niente"

20.08.2019
12:40
Redazione

L’esperimento e' durato appena un anno. Poi, come spesso accade in Italia, si e' fatta subito retromarcia. E allora niente piu' chiusura anticipata del calciomercato (in concomitanza della prima giornata di campionato) e via libera a una lunghissima estate fatta di voci, sussurri, trattative chiuse e trattative saltate. «Il mercato da tre mesi e' un baraccone», ha tuonato Gasperini. «Date sballate: tutti parlano, nessuno fa niente. Gli inglesi, che ragionano per calcio e non per cinema, iniziano la Premier nello stesso giorno in cui chiudono il mercato: sono essenziali, noi si fa tutto negli ultimi 15 giorni». «Tutti penso siano d’accordo che sia una pazzia che non si sia gia' chiuso il calciomercato», ha aggiunto Igor Tudor, allenatore dell’Udinese. «Se la stagione inizia a luglio e il mercato finisce all’inizio di settembre, per un allenatore e' un casino», ha spiegato Roberto Manticni.

Calciomercato, il pensiero degli addetti

Di comune accordo con gli allenatori, anche lo storico procuratore Claudio Pasqualin, come riporta Il Mattino: «Sono anni che porto avanti questa idea e non capisco l’ignavia dei dirigenti federali. Un mercato cosi lungo non serve a nessuno: e' estenuante e provoca solo malanni con le solite cose da fare all’ultimo momento. Gli inglesi ci fanno ancora una volta una lezione. Anche i nostri allenatori invocano la chiusura anticipata. Le porte girevoli negli spogliatoio non piacciono a nessuno se non a chi vuole improvvisare». Il napoletano Marco Sommella: «Lo scorso anno e' stato un disastro. Personalmente sono favorevole alla chiusura anticipata del mercato, purche' sia uniformata in tutta Europa». Decisamente piuÌ netta la posizione di Alessandro Canovi: «In Inghilterra non fanno testo, perche' hanno piu' soldi e dettano le leggi del mercato, ma gli altri campionati devono omologarsi altrimenti se chiudiamo prima degli altri mettiamo in difficolta' le squadre italiane perche' le altre che possono comprano a prezzi piu' bassi e in Europa siamo destinati a soccombere».

 
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