Clamoroso Moggi: "Agnelli-'Ndrangheta? E' una ca**ata! Paga l'aver fatto bene, nuovo complotto contro la Juve"

27.03.2017
09:10
Redazione

Luciano Moggi torna a parlare della Juventus sulle pagine del quotidiano "Libero": "Ci risiamo. Quando uno è il più forte dà fastidio a tutti. Undici anni fa erano morti l'avvocato Agnelli e Umberto, era morto pure Chiusano, c'era un'eredità da dividere. Era un momento difficile e tutti si sono buttati contro la Juve. Oggi è tutto diverso. Nel 2006 mi hanno voluto incastrare. Se l'avvocato e Umberto fossero stati in vita certe cose non sarebbero successe. È difficile da spiegare, tanto le cose le sanno o le hanno intuite tutti. Fatti delle domande: l'avvocato della Juve anziché difenderci chiese la retrocessione in Lega Pro della società.

Sulla questione 'Ndrangheta-biglietti, l'ex dg dice: "Il nome della Juventus è quello che fa più rumore, quindi quando si parte con un'inchiesta si prende quello. È la solita tecnica: anziché fare indagini a tappeto per estirpare il fenomeno, si confeziona su misura un capo d'accusa sul soggetto più importante e lo si dà in pasto ai media e accreditare il proprio lavoro. L'anno scorso per tre partite a fianco della panchina del Napoli ha stazionato un soggetto definito "pericolosissimo", perché la Bindi all'Antimafia non ha fatto nulla, perché nessuno ha denunciato. L'unico problema di Andrea Agnelli è di aver fatto troppo bene. Ha fatto rinascere la Juve dopo anni bui, coniugando perfettamente i successi sportivi al guadagno economico e si è affidato a collaboratori capaci come Marotta e Paratici. La storia della 'ndrangheta è una cazzata. Se leggi e non sai puoi pensare di tutto, anche che il Consiglio di Stato mi abbia radiato, quel che appare spesso non è la verità. Quando ti occupi di calcio ti avvicinano migliaia di persone, magari anche solo per un selfie. Tu non puoi chiedere a tutti di esibire il loro casellario giudiziario. Può darsi che Agnelli abbia sottovalutato, di certo non sapeva. Se condannano Andrea, devono condannare tutti i presidenti delle società di calcio. Chiunque ha rapporti con le curve e regala biglietti per evitare il peggio".

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