Museo Filangieri, Jorio: “Maradona un dio laico ma non è San Gennaro. Doni per Diego? Un patrimonio da non disperdere”

29.11.2020
10:45
Redazione

Morte Maradona

Napoli - Da direttore del Museo Filangieri ha fatto spalancare il portone esponendo foto e ricordi di Maradona, da direttore del Tesoro di San Gennaro non ha fatto lo stesso per evitare la pericolosa mescolanza di sacro e profano. Paolo Jorio è storico tifoso azzurro e la decisione legata al museo Filangieri la spiega pescando dalla storia stessa di quel luogo, come dichiara a Il Mattino:

Maradona

«Lì dentro sono conservati i manoscritti di Filangieri senior della metà del Settecento. Nella Scienza della legislazione il filosofo napoletano, per primo, esprime il concetto della ricerca del diritto alla felicità. Secondo me Maradona è stato il compimento della ricerca della felicità dei napoletani».

Ma è stato, ed è soprattutto adesso, anche venerato come un patrono laico dai napoletani.
«Lo so che adesso il discorso andrà a planare su San Gennaro. Comprendo la necessità di costruire paragoni ma questo, lo dico da tifoso di Maradona, non è proponibile».

Il tesoro del Santo è fatto di gioielli dal valore inestimabile donati dai potenti del mondo. Per Maradona i doni sono fatti di sciarpe, maglie, bandiere che il popolo sta andando a lasciare tra le lacrime.
«Ed è per questo che quel patrimonio di doni non deve andare disperso. Io sono convinto che un museo debba essere immediatamente progettato e allestito per custodire quei simboli. È vero, non sono gioielli ma per un tifoso andare a lasciare la maglia dei giorni dello scudetto, la sciarpa della vittoria di coppa Uefa o la bandiera azzurra è come regalare un bene prezioso».

Se lo chiamassero il tesoro di Maradona?
«Forse sarebbe esagerato. Io lo ripeto, non è giusto cercare a tutti i costi di avvicinare il campione al Patrono. Il ruolo e il sacrificio del nostro Santo non potranno mai essere paragonati alle gesta sportive di un campione, ma non c'è bisogno che sia io a spiegarlo. Però sono convinto che la città debba onorare Maradona e debba farlo nella maniera più imponente».

Lei, da tifoso, come ha reagito alla notizia della morte di Maradona?
«Ho sofferto. E ancora oggi sento il magone. Non sono a Napoli in questi giorni, così ho chiesto ad amici e parenti di chiamarmi spesso, di farmi capire cosa sta accadendo a Napoli. Quando giovedì c'è stato l'applauso dai balconi dopo il minuto di silenzio, ho partecipato anche io, ho chiesto a un amico di farmi sentire quello scroscio di mani attraverso lo smartphone. È stato commovente».

Notizie Calcio Napoli