Maradona
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"Non sarò mai un uomo comune". Napoli, Berlusconi e la notte di Mosca: la storia di Maradona in un libro

02.12.2020
20:50
Redazione

Le vicende di Maradona a Napoli racchiuse nel libro di Angelo Rossi dal titolo:

Il cronista napoletano amico lo scovò pochi mesi dopo la squalifica per cocaina, la fuga dall’Italia e l’arresto a Buenos Aires. Lui, Diego Armando Maradona, l’uomo più popolare al mondo, si era nascosto a Oriente, angolo della Pampa argentina, in una casa senza tv e telefono. Le domande furono tante, dopo settimane di guai e silenzi. L’ex capitano del Napoli parlò di tutto. «Come faccio a vivere così? Non credo che sarò mai un uomo comune», fu l’ultima risposta ad Angelo Rossi, autore del libro "Le leggende del Napoli: una città, un popolo, una squadra" (Editore Diarkos, pagg. 250, euro 17), una cronistica carrellata da Giorgio Ascarelli, il presidente che fondò l’Ac Napoli il 1° agosto del 1926, a Lorenzo Insigne, attuale capitano degli azzurri.

La storia di Maradona in un libro

Oggi la sua intervista sulle pagine del quotidiano Il Mattino di Napoli. Angelo Rossi racconta di Maradona, caduto ai Mondiali americani del '94: "tradito dai suoi stessi dirigenti per avere fatto uso di efedrina, un prodotto ad azione dimagrante: tutti erano al corrente ma nessuno si fece avanti per difenderlo", così Rossi ricostruisce quella seconda squalifica, una decisiva sconfitta per il più grande calciatore al mondo. Tante ombre hanno accompagnato la carriera del Diez, ma una certezza c’è stata: il suo amore per Napoli.

Dopo la vittoria del primo scudetto, Berlusconi si mosse per convincere Maradona a trasferirsi al Milan. "Sarà pure un contratto da favola ma Diego non tradirà mai Napoli", sussurrò Claudia, la sua compagna, a Rossi. E quando il tradimento avvenne - perché una squalifica per cocaina tale era - Maradona scrisse un messaggio: "Non ho mai tradito il calcio, voglio bene a tutti i napoletani, torno in Argentina perché ho bisogno di tranquillità e di riflettere su quello che mi sembra un oscuro disegno". Il finale della storia era stato scritto pochi mesi prima, quando Maradona non si presentò alla convocazione per la trasferta a Mosca. I compagni andati a casa sua, ricorda Rossi nel libro, "non riuscirono a tirarlo fuori dal bagno in cui si era rinchiuso in compagnia del vizio maledetto". Maradona non sapeva da tempo tenere la sua vita in equilibrio, la cocaina se n’era impossessata. 

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