Pari: "Ricordo le battaglie con Maradona e Careca e quell'1 a 4 al San Paolo con gol del Mancio. Gabbiadini? Pronto per il Napoli, ma la Juve non lo darà"

30.11.2014
14:15
Redazione

«Era da tanto tempo che Napoli e Sampdoria non si sfidavano per posizioni così calde. Mi sembra di essere tornato ai miei tempi quando le due squadre si giocavano gli scudetti». Parola del doppio ex Fausto Pari, intervistato da Il Mattino, campione d’Italia con la Sampdoria nel 1991e protagonista con la maglia del Napoli dal 1992 al 1996. Una sfida che riporta con la memoria a quelle della fine degli anni ’80. «Il Napoli è già da qualche anno tornato ai piani nobili del campionato. Adesso c’è anche la Sampdoria che sta facendo cose straordinarie».

Quando le dicono Samp-Napoli cosa le viene in mente? «Le grandi battaglie contro Maradona e Careca. Il Napoli in quegli anni aveva una grandissima squadra e le nostre sfide erano sempre leali e combattute».

Ma non era solo merito del Napoli. «Anche la Sampdoria non se la passava male... Stiamo parlando di due squadre che hanno tenuto alto il nome dell’Italia in Europa con tre finali europee giocate dai blucerchiati e una addirittura vinta dal Napoli».

C’è una sfida in particolare che ricorda con particolare emozione? «Giocare contro il più forte del mondo rendeva ogni partita indimenticabile, ma nella mia mente resterà per sempre quel Napoli-Sampdoria 1-4 dell’anno del nostro scudetto. Quel giorno Mancini segnò il gol più bello della storia del calcio italiano».

Ma veniamo ai giorni nostri. Che partita sarà quella di domani? «Per il Napoli sarà una gara da prendere con le pinze. La Samp in casa sta facendo grandi cose, come dimostrano i risultati».

Di chi è il merito di questa grande ripresa della Sampdoria? «Senza alcun dubbio di Sinisa che ha cambiato mentalità e indole dei giocatori. Anche quelli che erano ai margini o addirittura fuori rosa, sono diventati protagonisti e ragazzi come Okaka e Soriano hanno addirittura conquistato la convocazione in Nazionale».

Ma chi è il pericolo numero uno di questa squadra? «Nessuno in particolare perché la Sampdoria gioca molto di squadra. Terrei d’occhio i tre davanti Gabbiadini, Eder e Okaka, ma anche gli inserimenti di Soriano. È una squadra che non ha una prima punta da 20 gol ma tanti buoni giocatori».

Si parla tanto di Gabbiadini come obiettivo di mercato del Napoli: secondo lei è pronto? «Assolutamente sì. Può giocare nel Napoli ma anche in altre squadre di primo livello. Il giocatore, però, è in comproprietà con la Juventuse non sono così sicuro che la società bianconera voglia far rinforzare già a gennaio una diretta concorrente come il Napoli».

A proposito di società, come vede il rapporto tra due caratteri forti come quello di Ferrero e Mihajlovic? «Ferrero è un vulcanico ma ha capito che il tesoro della Sampdoria è proprio Sinisa. Sa che deve tenerlo ben stretto perché a mio avviso lui è già pronto per andare sulla panchina di un grande club italiano o europeo».

Facciamo un salto nel passato. Maradona non si tocca, e allora quale giocatore del Napoli di ieri rivede nel Napoli di oggi? «Higuain mi ricorda Careca perché è un attaccante completo. D’altra parte se giochi nel Real Madrid e nella nazionale argentina vuol dire che non sei uno qualunque».

Cosa ricorda con maggiore affetto della sua esperienza napoletana? «Il tifo. Perché a Napoli è importante ed è un valore aggiunto. Giocare lì ti fa sentire importante. Senti nell’aria che sei in una piazza unica e questa sensazione ti spinge a dare sempre il massimo».

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