"Quel confronto impossibile tra Lavezzi e il grande Diego. Napoli Chelsea ricorda..."

24.02.2012
17:01
Redazione Calcionapoli24.it

Ho visto i quadricipiti sudamericani affondare nella difesa del Chelsea. Mi è tornata in mente la fallimentare impresa militare argentina di conquista delle isole Falkland/Malvinas. Meritò allora di essere sconfitta dagli inglesi. Da quella breccia si sfasciò la tenuta della dittatura militare in Argentina, micidiale nel suo massacro di una generazione. Se esiste una rivincita sportiva a quella necessaria batosta, si è consumata rapida e felice nel primo tempo di Napoli-Chelsea. Lavezzi ha scaraventato due palle incatenate nella rete inglese. Non credo che abbia pensato a un riscatto sportivo, innocuo e lieto. Più facilmente ha pensato alla squadra. Perché il Napoli oggi è il doppio concentrato di questa parola. E' compatto in difesa con un mastro portiere che dà sicurezza e orientamento. E' accanito a scippare palloni altrui nel vasto centrocampo tra le due aree. E quando si rovescia all'attacco sembra che stia correndo lungo una discesa. Gli atleti della squadra hanno, e lo dimostrano, senso del dovere e prontezza nell'esecuzione della strategia impostata. Formano squadra perché hanno spirito di servizio e nessun risparmio energetico. Gli attaccanti li trovi regolarmente in copertura e poi scaraventati a molla verso l'area opposta. C'è condizione atletica ma pure una buona cura dell'alimentazione quando stanno a casa, e questo è frutto di una disciplina condivisa.

Improponibile perciò è per me il confronto tra Lavezzi e Maradona. Perché Maradona è fenomeno che non permette l' uso del comparativo. E' stato unico e solo, confezione monouso della divinità calcistica incarnata. E poi perché l’accostamento fa torto al combattente Lavezzi, alla sua dedizione all'insieme della squadra. L’ho visto uscire per sostituzione nel secondo tempo da bravo soldato, pronto a cedere il posto a chi ritenuto più utile in quel momento. Il Napoli di Maradona ha lasciato il posto a un Napoli secondo, più umile e più unito. Il paragone tra i due regge se, invece del campo, si guarda agli spalti. Là nell'anello al dito di una città intera, il do di petto dello stadio tenore resta uguale.

Fonte : Gazzetta dello Sport
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