Reina, il papà: "Preferisce essere cabeza de ratòn que cola de léon! Il suo ritorno a Napoli è simbolo della sua ambizione. Vi spiego perchè è andato al Bayern"

03.07.2015
08:40
Redazione

«Mio figlio Pepe è un eterno ottimista. Il suo ritorno a Napoli è simbolo della sua ambizione». Parla Miguel Reina ai microfoni de Il Mattino. Non è solamente il padre di Pepe ma anche l'ex assessore allo sport della sua città d'origine. Portiere di livello internazionale nel Barcellona e nell'Atletico Madrid degli anni '70.

Come ha visto Pepe prima della sua partenza per l'Italia? «L'ho visto contento ed emozionato. È convinto della sceltafatta, soprattutto per l'ambizione che lo contraddistingue. Egli preferisce essere ”cabeza de ratón que cola de león” ovvero protagonista in una realtà minore rispetto ad essere comprimario in una più importante. Ma soprattutto vuole divertirsi giocando a calcio. Essendo molto riservato mi ha nascosto i dettagli della trattativa fino all'ultimo, ma adesso è prontissimo per difendere la porta azzurra». 

Anche lei è stato portiere. Quali sono stati i suoi principali insegnamenti? «Di non aspettare il pallone ma di andargli incontro, così come di incoraggiare continuamente i compagni,di gridare per farsi sentire e comandare così la difesa. Ma soprattutto di farsivolere bene, perché nella vita tutto è effimero e l'unica cosa che resta è il ricordo di una brava persona».

Come gli trasmise la passione per il calcio? «Visto che è il più piccolo dei miei figli ed essendomi io ritirato dall'attività agonistica, riuscì a dedicargli più tempo e lo iniziai al calcio in maniera diretta. Mi resi conto che sarebbe arrivato lontano quando a tredici anni superò il provino per entrare alla Masia del Barcellona». 

In molti pensano che l'anno scorso con lui il Napoli avrebbe fatto molto meglio. Come mai ha scelto di andare al Bayern? «Se Pepeè voluto andare a Monaco è stato per lavoglia di una nuova sfida e per poter competere con il miglior portiere del mondo (Manuel Neuer)».

Poiperò il richiamo di Napoli, per un ragazzo di origine andalusa, è stato troppo forte. «Non c'è dubbio. Pepe è nato a Madrid ma io e sua madre siamo di Cordova, un luogo molto simile a Napoli nel quale la passione e il calore umano sono fortissime».

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