Tifosi juventus
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Repubblica: "Calvario Juve, anni di minacce da ultras e 'Ndrangheta: ecco cosa dicevano ad Agnelli"

22.09.2019
13:30
Redazione

La Repubblica ricostruisce i momenti che hanno convinto la Juventus a denunciare il clima di costante minaccia imposto dai capi ultras bianconeri alla società per ottenere privilegi e agevolazioni sui biglietti

L'edizione odierna del quotidiano La Repubblica racconta nei dettagli la vicenda che ha portato la Juventus a ribellarsi al ricatto degli ultras. «Abbiamo deciso che laddove ci fossimo trovati di fronte a situazioni che avessero coinvolto la società avremmo denunciato, per lasciarne traccia scritta, cosa che fino al 2016 non era mai successa»: lo spiega così Andrea Agnelli, il momento della svolta. In un’ora e tre quarti di deposizione davanti al pm Chiara Maina, racconta come i bianconeri hanno voltato pagina con il passato immerso nella zona grigia di silenzi, di rapporti troppo sfumati con le tifoserie organizzate.

Arrestati i leader della curva: i capi dei Drughi, dei Viking, dei Tradizione e dei Nucleo 1985, oltre a trenta persone indagate. «Non saranno tutti delinquenti i tifosi in curva - dice Agnelli - ma una serie di capi ultras hanno un comportamento di costante minaccia». Non la semplice denuncia di una società sportiva sotto ricatto, ma oltre un anno di "calvario" in attesa del momento degli arresti. Appare dagli atti come un lungo periodo di timore, scandito da continui incontri con le forze dell’ordine e i magistrati, con un crescendo di preoccupazione che, prima o poi, qualcuno si acorgesse di essere sotto inchiesta.

Ma è stata l’indagine Alto Piemonte e il suicidio di Bucci a segnare un punto di cambiamento. Raffello Bucci, ex ultras dei Drughi, poi collaboratore della Juventus per la gestione dei gruppi della curva, ma anche informatore della Digos e dei servizi segreti, un sabato mattina di luglio 2016 muore misteriosamente, precipitando dal cavalcavia dell’autostrada a Fossano. «Fino a quel momento era abitudine fare concessioni, in parte perché era un’abitudine del passato, in parte perché era una richiesta continua da parte degli ultras, con la minaccia» dice Pairetto. E consegna le chat in cui i Drughi a novembre 2018 lo incalzano: «Devi capire che poi noi veniamo anche senza biglietto e ti creiamo problemi laggiù». In realtà, i Drughi, fanno sapere che è con Agnelli che ce l’hanno più di tutti. E quando incontrano Pairetto all’Ob Van, a marzo 2019, non non usano mezzi termini. «Puoi andare a dirglielo (inteso alla società e al presidente Agnelli) - mi dissero in quell’incontro - noi ci ricordiamo tutto di quando lui, Alessandro D’Angelo e Giuseppe Marotta hanno incontrato la famiglia Dominello a Napoli. Ricordati che quelli che sono in carcere non vedono l’ora di confermare quello che noi diremo, poi vedete un po’ voi, e vaglielo a dire».

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