Repubblica - Caso DAZN, discrepanza sui dati d'ascolto: valgono 74 milioni di euro per le squadre di Serie A

12.09.2021
04:00
Redazione

Discrepanza sui dati Dazn

Ultimissime Serie ACuriosità legata al campionato italiano e agli ascolti in tv delle gare di Serie A, fondamentali anche per una ripartizione economica. I dati di ascolto del campionato di calcio su Dazn sono diventati l’epicentro di un fronte ricchissimo di parti interessate. Dopo le prime due gare di campionato, Repubblica ha riportato i dati relativi alle visualizzazioni televisive delle partite: dati Auditel in cui si registrava un calo di quasi il 50% degli ascolti. Il giorno dopo, Dazn ha pubblicato i propri dati: verificati dalla società Nielsen, sommavano alle tv quelli dei dispositivi mobili e raccontavano un ascolto sostanzialmente in linea con la stagione precedente.

Ma Nielsen è solo il certificatore esterno del dato rilevato autonomamente da Dazn. Ora l’Agcom, ossia il garante nelle comunicazioni, è pronto ad aprire (lo farà entro martedì) una procedura per la verifica di quei dati, visto che ha il dovere di assicurare l’attendibilità degli ascolti televisivi. Ma c’è un altro motivo, tutt’altro che secondario, lo racconta l'edizione odierna di Repubblica:

"L’8% dei soldi delle tv da distribuire tra le squadre di Serie A viene diviso sulla base dei dati d’ascolto televisivi certificati. Ma quelli forniti da Dazn non lo sono. E quell’8% vale oltre 74 milioni di euro. Mercoledì un tavolo tecnico tra la Lega Serie A e la stessa Nielsen doveva spiegare i criteri di rilevamento dei dati. Ne è emerso che ai numeri grezzi, Nielsen applica una sorta di "moltiplicatore" per considerare il co-viewing, ossia le persone che guardano la partita sulla stessa tv".

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