Repubblica, Corbo: "La finzione di Allegri è durata poco, Juve la maschera ti è caduta! Koulibaly gigante d'ebano che dà il colpo di martello"

23.04.2018
09:10
Redazione

Antonio Corbo, de La Repubblica, scrive così nel suo consueto editoriale dopo la vittoria del Napoli sulla Juventus all'Allianz Stadium grazie

Antonio Corbo, de La Repubblica, scrive così nel suo consueto editoriale dopo la vittoria del Napoli sulla Juventus all'Allianz Stadium grazie al gol di Kalidou Koulibaly: 

Verso il settimo scudetto corre una squadra di illusionisti. La grande recita aveva nascosto tutto: condizione bassa, meccanismi incompatibili, protagonisti demotivati come Dybala e Higuain. La finzione di Allegri è durata anche troppo, fino a mascherare una formazione sbilanciata in avanti leggendo i nomi, contratta invece sul campo, sempre in attesa del Napoli, che fa spesso pressing alto e si diverte con il possesso palla. Juve bella, la maschera è caduta, non le resta che un punto di vantaggio. Prendere nel finale gol da Koulibaly, gol studiato in laboratorio e realizzato da Albiol l’altra domenica dimostra che la Juve arriva da Madrid stanca, confusa. Molto atteso Douglas Costa: è il primo a deludere. Non solo non mette a disagio Mario Rui, ma gli lascia tempi e spazi per proporre gioco, attivando la catena di sinistra, con Hamsik in ripresa sicura e Insigne accigliato e caparbio nel duello con Lichsteiner, il voluminoso gendarme svizzero dai modi bruschi. La Juve accetta un’imprevista subalternità all’inizio: al Napoli consente immagini di primo piano. Tollera che Jorginho si liberi di Dybala, controllore designato. Il mediano creativo cerca una sua diversa base operativa a sinistra: lì incrocia Khedira, che argina ma non chiude la fonte di gioco del Napoli. Non solo, la Juve regala un inerme Higuain, truce negli occhi, nella barba, nelle smorfie, ma docile con Koulibaly. Anche lo svagato Dybala rimane al centro del terzetto offensivo ( 4- 2- 3- 1) senza far scattare mai l’allarme. Fuori del giro Dybala, la Juve ha tolllerato un buco nel settore sinistro alto. Poeccato che non l’abbia sfruttato molto Hysaj.

Allegri riapre la partita spostando Douglas Costa a sinistra, per occupare proprio Hysaj, a destra entra Cuadrado, per mandare Dybala a meditare. Allegri si accorge i aver scommesso a vuoto sull’inespressivo divetto argentino. Con il cambio ha una Juve più ordinata, ma ancora poco insidiosa. Non è pentito Sarri, è la sua serata: pronto a ritirare l’astratto Mertens per Milik, segnalato in forma migliore negli ultimi tempi. Anche Hamsik dopo una prova rassicurante deve arrendersi al suo limite ( un’ora, per Sarri) ed esce per Zielinski nel più risaputo dei cambi. Il Napoli è quindi ancora sul 4-3-3 (stesso modulo con Milik) e Allegri mette la Juve a specchio, infilando a sinistra Mandzukic. Comincia l’ennesima partita nella partita, perché i duelli sono riconoscibili, con Allan che accelera su Matuidi, Insigne che disperde Lichtsteiner per collegarsi con Milik, laddove Callejon si isola, magari parlerà delle vacanze estive con Asamoah, chissà. Potrebbe correre senza palla in parallelo con Insigne o spedire qualche palla alta per dare una variante tattica e un senso all’ingresso di Milik. Il gigante che decide però è un altro, quel magnifico gigante d’ebano con una testa che dà il colpo di martello alla Juve delle grandi illusioni".

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