Repubblica - Juventus, con Sarri manca la personalità. Tanti i difetti e gli sbagli visti col Verona

22.09.2019
09:45
Redazione

Secondo l'edizione di oggi di Repubblica, quarantamila spettatori paganti si sono goduti una squadra capace di palleggiare con eleganza e in velocità, di montare un pressing feroce in ogni angolo del campo, di ostentare sfrontatezza anche nelle situazioni più scabrose, di avere fede nel proprio coraggio senza dar troppo retta ai propri limiti: il Verona. «Meritavamo di vincere», dirà Ivan Juric alla fine di questa prestazione molto sarriana, forse anche nell’accompagnamento tra bellezza e sfortuna, non andando molto lontano dal vero ma restando in ogni caso distantissimo dalla realtà, visto che come al solito ha vinto la Juve con un rigore (di Ronaldo, fallo  sciocco di Gunter su Cuadrado) e un tiro deviato (ancora da Gunter, stavolta su Ramsey), con una spaventosa (e spaventata) sofferenza provinciale, con una somma ancora indecifrabile di vizi e virtù, di difetti e di sbagli.
Sarri ha salvato il carattere dei suoi, questa volta come le altre: bene o male, la Juve sta sempre in piedi. Ma stavolta alle carenze da esplorare ha aggiunto la mancanza di personalità, che sembra una cosa inaudita per una squadra che da otto anni smantella la concorrenza ma che adesso, a tutti gli effetti, s’è scoperta in balia del Verona persino nella tana sacra e inviolabile dello Stadium (con la tribuna Sud senza capi ultrà né striscioni ma non deserta né silenziosa, e la Digos ha identificato 50 tifosi con loghi dei gruppi coinvolti nell’inchiesta Last Banner). Buffon è stato il migliore in campo, inclusa una paratona decisiva su Lazovic e nonostante il gol di Veloso, un sinistro portentoso segnato dopo che Di Carmine aveva preso il palo su rigore (che sciocchezza il fallo di Demiral sullo stesso centravanti) e Lazovic aveva sbattuto sulla traversa la ribattuta. Le statistiche dicono di otto tiri in porta a tre e cinque corner a due per il Verona, la faccia di  Sarri dice anche di più: «Gli schemi li fanno i giocatori, perciò questa squadra non potrà mai essere simmetrica e ordinata come il Napoli, altrimenti dovrei stravolgerla. Però ci sono momenti in cui crediamo poco in noi stessi, abbiamo paura di sbagliare. E se siamo in difficoltà, ci riduciamo a difendere negli ultimi venti metri, che è pericolosissimo».
L’asimmetria è dovuta alla presenza di Ronaldo: qualunque fuoriclasse è destinato per natura a non essere irreggimentato nell’ordine. «Soffriamo in copertura perché non siamo pronti a capire come sistemarci a seconda di come si piazza lui. Dobbiamo imparare che spesso occorre difenderci con il 4-4-2, ma ci mancano gli automatismi. Li troveremo, è questione di tempo e di abitudine». Sarri, per avere slancio e freschezza, ha pure cambiato 5 giocatori rispetto alla Champions, ricevendo indicazioni buone da Buffon e Ramsey, contraddittorie da Dybala e negative da Demiral e Bentancur, ma se dovesse farlo non lo rifarebbe, non lo rifarà: «Ci ho messo del mio, cambiare così tanto una squadra ancora in costruzione è pericoloso». Vincere è l’unica cosa che conta, ma soprattutto che consola.

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