Repubblica - La diplomazia di Costacurta ed un ruolo per Maldini e Pirlo

10.03.2018
16:15
Redazione

Eppur si muove, il mastodonte del calcio italiano spiaggiato sull’isola dei fumosi. La prossima settimana saranno quattro mesi dal Grande Misfatto, lo

Eppur si muove, il mastodonte del calcio italiano spiaggiato sull’isola dei fumosi. La prossima settimana saranno quattro mesi dal Grande Misfatto, lo spareggio perso con la Svezia, e tre ne mancheranno al Grande Vuoto, il primo Mondiale senza l’Italia dopo 60 anni. Ma sembra essersi finalmente interrotta la Grande Paralisi che colse la Figc ferita nell’onore, ibernandola assieme alle Leghe di A e B nel trittico del commissariamento.
Adesso si spera nella Grande Riforma. Che passa, troppe volte lo si è detto e basta, anche attraverso lo sdoganamento dei Grandi Eroi della galleria azzurra: servono la loro competenza, le loro idee, il loro senso di appartenenza.
Paolo Maldini ha aperto pubblicamente alla possibilità di lasciarsi coinvolgere nel progetto di rinnovamento, dopo nove anni di esilio da qualunque ruolo. Prima di lui Andrea Pirlo non aveva escluso l’ipotesi di iniziare una nuova carriera tecnica, magari a Coverciano. Altri sondaggi tra gli ex protagonisti della storia della Nazionale si profilano, perché non si disperda un patrimonio prezioso e con pochi paragoni al mondo.
Chi può sdoganare i campioni messi in soffitta è un campione sdoganato a sua volta: Alessandro Costacurta, subcommissario impegnato nella rifondazione del Club Italia. Nessuno più di lui appare provvisto della forza di persuasione necessaria. Nel caso di Maldini, lo spettro delle potenziali proposte è ampio: da punto di riferimento del ct a responsabile del settore tecnico o di quello giovanile o dei centri federali. Per Pirlo l’inserimento nei quadri tecnici è una possibilità concreta: il primo colloquio informale con Costacurta sarebbe già avvenuto. Altrettanto verosimile è l’innesto di Buffon, quando smetterà di giocare: chiarite le premesse delle sue ultime partite da capitano, volute dal ct Di Biagio, il rischio di un addio traumatico pare scongiurato.
L’impostazione del Club Italia si conferma dunque fondata sul presupposto che siano gli azzurri di lungo corso a gestirne i ruoli operativi. I precedenti felici non mancano. La Nazionale ha associato alcune tra le più belle pagine a Gigi Riva team manager, che ha ceduto il testimone a Lele Oriali. È stato inoltre Demetrio Albertini, vicecommissario al Mondiale 2006 e poi vicepresidente a Euro 2012, a proporre inascoltate riforme.
Ma ora, in attesa che lo starter federale dia il via ufficiale allo sprint per la panchina (Di Biagio, Mancini, Conte, Ancelotti i concorrenti fino a quando il mercato li manterrà tutti in corsa), il mastodonte non deve più fermarsi, se vuole evitare il Grande Spreco.

Fonte : Repubblica
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