RETROSCENA - Colloquio Benitez-Andujar-Rafael. Motivate le scelte di campo, ribadito il concetto "Il titolare è il brasiliano"
Secondo l'edizione di oggi del Corriere dello Sport, a volte basta poco, per rielaborare i giudizi, per rimuovere quel fardello pesante ch’è la diffidenza ambientale: e al minuto quattordici della ripresa di un Fiorentina-Napoli che dovrebbe già essere in ghiacciaia, su una parabola perfida che sta per andare ad infilarsi nell’angolino lontano, serve la mano della provvidenza, che è quella di Rafael. Il volo è plastico, la reattività vibrante, il miracolo congela la giustizia, aspettando Higuain. Rafael intanto c’è, si è già visto prima, stavolta non sbaglia i tempi nelle uscite, non azzarda, semmai tarda i tempi del rilancio dell’azione, e magari svirgola qualche pallone di piede; però tra i pali domina e nell’aria fa avvertire la propria presenza, ch’è figlia d’una serenità interiore concessagli da Benitez. La svolta è recente, avviene nel chiuso dello spogliatoio, dove c’è l’incontro tra il tecnico, Rafael e Andujar: vengono spiegate i motivi delle scelte, che investono sistematicamente il brasiliano del ruolo di titolare. Un portiere ha bisogno di tranquillità, non può sentirsi sotto esame, ha già il venticello avverso dell’ambiente che provvede ad inquietare: dunque, Rafael è il titolare e rimarrà tale e Andujar gli sta alle spalle, come fanno in genere i secondi, che non necessariamente devono giocare. Fedeltà e amicizia, ma soprattutto rispetto dei ruoli: la porta è di Rafael, affinché riesca a ritrovarsi, a rivivere Swansea. Quella sì che fu gioia travolgente (fino a quando non intervenne la sorte...).