RETROSCENA - Poteva fermarsi e non l'ha fatto: Higuain lancia un segnale forte a tutto il gruppo e mira Di Natale

20.09.2014
08:40
Redazione

Il grande Gonzalo. Higuain il trascinatore che può inciampare una volta ma la seconda non tradisce: «Mai pensato di sbagliare un altro rigore, dopo il Chievo». Chiaro, vero, il concetto sfoderato giovedì con lo Sparta? Una frase senza grinze, e poi una serie di argomenti che nel mondo del calcio sono ricercati come i preziosi: giocate da campione. Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, bene con l'azione e il tiro libero dell'1-0, ma soprattutto applausi a scena aperta per la giocata che ha messo Mertens in condizione di raddoppiare. Gol e assist: questo è Higuain. Cose decisive e occhi di brace: perché lui è quello che ha pianto a dirotto dopo l'Arsenal e prima di Bilbao non concepiva anche lontanamente un Napoli fuori dalla Champions. Perché lui è quello che, d'accordo il mercato e anche la storia estiva dell'amico Messi e del magico Barça, però la sua maglia è ancora azzurra: e non si scappa, si stringono i denti e si gioca per vincere. E ora? Beh, dopo essersi ripreso il Napoli bisogna che si riprenda anche i gol in campionato. Numeri: a segno in Champions con l'Athletic e poi con lo Sparta Praga in Europa League, mentre il borsino di casa Italia per il momento racconta di un rigore sbagliato, parato da Bardi, e poco altro. Domani, però, si va a Udine a giocare con l'Udinese; si va nel regno di un mito del gol, Totò Di Natale, e il Pipita non dovrà fare altro che fare il profano, vincere la sfida e rubare la scena al padrone di casa. Per lui, tra l'altro, si tratta di un esordio: nella stagione precedente, infatti, al Friuli neanche giocò. Quale migliore occasione, per presentarsi al pubblico di quelle parti. Giovedì, nonostante fosse reduce da un infortunio, Higuain ha scelto di giocare. Ha parlato con Benitez, ha valutato con i medici e alla fine ha stretto i denti e le stringhe degli scarpini: non s'è fermato, il Pipita; avrebbe potuto e invece non l'ha fatto. Un segnale, fondamentale: dopo la rabbia e l'immensa delusione di Bilbao, evidentemente l'Europa League è diventata per tutti una competizione da inseguire fino in fondo. E poi, tutto sommato, vincere aiuta sempre a vincere. Quale migliore presupposto in vista di Udine. Quale migliore momento per far ricredere l'amico Albiol: «Inutile parlare di scudetto, in questo momento dobbiamo vivere giorno per giorno», disse Raul domenica sera. Gonzalo è d'accordo? 

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