Rosy Bindi in conferenza: "Nessuno gruppo ultrà è immune alle mafie"

16.12.2017
02:00
Redazione

Come riporta l'edizione odierna di Tuttosport, novantanove pagine inquietanti e istruttive che lanciano l’allarme: le mafie sono entrate nelle curve del calcio italiano e ne controllano il redditizio business. E’ la relazione della Commissione Antimafia, frutto di mesi di audizioni e lettura di documenti delle varie inchieste sul pericoloso rapporto fra i gruppi ultrà e la malavita organizzata. Chi è rimasto all’audizione, mediaticamente rumorosissima, di Andrea Agnelli, si è perso parecchie puntate perchè le carte e la conferenza stampa di Rosy Bindi danno un quadro completo e praticamente nessun club può considerare «immuni» dalle contaminazioni delle mafie i propri ultrà. «Non poteva non destare la nostra attenzione il fatto che persino la società calcistica più importante d’Italia venisse raggiunta dall’interesse delle organizzazioni mafiose», spiega la Bindi riferendosi al fatto che tutto era partito con la Juventus e i rapporti fra gli ultrà bianconeri e la Ndrangheta, ma sottolinea: «Quando la consapevolezza è maturata, la Juventus si è data delle regole che la potranno rendere più forte, anche se non dico immune». Inoltre la Bindi ha dato atto delle notevoli condizioni di sicurezza dello Stadium: «Abbiao fatto ricognizioni a Torino e all’Olimpico di Roma e il sistema e la struttura allo stadio della Juventus dà certamente maggiori garanzie sul fronte della sicurezza». In più di un passaggio della relazione, inoltre, si evidenzia il fatto che i rapporti fra gli ultrà e i club sono in realtà un triangolo nel quale le forze dell’ordine giocano un ruolo importante, se non fondamentale. Viene messo agli atti, per esempio, che l’assenza degli steward nelle curve è una decisione della Questura: «Un elemento che noi riscontriamo a Torino, ma che vediamo in tutti gli stadi d’Italia è quello che dal GOS normalmente parte la direttiva di non avere steward nelle curve con i tifosi più accesi». In compenso nella relazione si legge di tutto. «In alcuni casi i capi ultras sono persone organicamente appartenenti ad associazioni mafiose o ad esse collegate, come ad esempio a Catania o a Napoli; in altri casi ancora, come quello del Genoa, sebbene non appaia ancora saldata la componente criminalità organizzata con quella della criminalità comune, le modalità organizzative e operative degli ultras vengono spesso mutuate da quelle della associazioni di tipo mafioso». E ce n’è anche per Lotito, menzionato per la vicenda “Anna Frank”, la sua decisione di aprire la Curva Sud agli ultrà della Nord “squalificati” viene definita ambigua: «Appare infatti incomprensibile e in contrasto con le vicende passate dal Presidente Lotito mettere in vendita al prezzo di un euro, i biglietti della curva sud... l’abbassamento del prezzo è una facilitazione della società ai gruppi ultras, che consente di aggirare la sanzione ad essi comminata e che lascia una sensazione di ambiguità nei rapporti con la stessa tifoseria».

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