Sconcerti: "Arriva Kean, si pensa a Balotelli ma perchè? Si prenda esempio dalla juventinità sul campo ma anche fuori"

25.03.2019
11:10
Redazione

Scrive Mario Sconcerti nel suo editoriale per il Corriere della Sera: "È curiosa l’insistenza di Mancini nell’evocare il nome di Balotelli anche in fondo a una notte in cui ha trovato Kean. E dentro una squadra che è praticamente nata nei mesi scorsi senza un centravanti di ruolo. Perché sempre Balotelli allora? Perché Immobile non riesce a essere il centravanti dell’Italia e Kean deve crescere. Quagliarella, anche all’Europeo, è l’uomo da prodezza finale, da tentativo estremo. Mancini sa che a questa squadra manca un po’ di forza, siamo leggeri a centrocampo e appena normali in attacco. Kean e Balotelli riequilibrano quel vuoto senza diminuire la tecnica. Può anche darsi che un Balotelli meno isolato, ritemprato dal confronto continuo con un ragazzo dalle sue stesse fibre muscolari e la sua stessa capacità di catturare la gente, finisca per trovare continuità. Questo non chiude nessun’altra soluzione, non Chiesa, non Bernardeschi, nemmeno Politano. La Juve fa da sola cose che tutto il calcio insieme non riesce a fare. Il calcio femminile ha un fascino reale, lo aveva anche prima della Juve e stava crescendo. Ma arrivata la Juve è diventato subito fenomeno di massa. Questa capacità di mobilitazione, di attaccamento popolare profondo ed esteso, sancisce la diversità non della Juve ma della juventinità anche sul campo. Cento anni hanno costruito un modo di essere che ha sempre più voglia di allargarsi, non è più contenibile. Lo sarà qualche volta sul campo, ma l’aria di oggi è che esiste un sovranismo juventino che trasforma la realtà a sua immagine".

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