Sconcerti: "Italia, ti sono mancati i leader: Immobile non si trova, Jorginho non è un maestro e Bernardeschi è un solista"

24.03.2019
13:15
Redazione

Scrive Mario Sconcerti nel suo editoriale per Il Corriere delle Sera: "Era una partita diversa, la prima dopo un anno e mezzo dall’eliminazione ai Mondiali, la prima che di nuovo valesse tre punti. Non c’è più l’avventura, ora esiste un gruppo, i giocatori sono stati scelti e sono quasi tutti ragazzi. Queste diversità, queste certezze, tolgono profondità alla partita, non c’è niente che debba cominciare, ci sono solo punti da fare. Sotto questo aspetto è andata bene, una vittoria netta, classica, contro un tipico avversario da torneo di qualificazione. È stato come pensavamo? No, un po’ peggio, qualche accenno di gioco rapido all’inizio, poi abbastanza confusione. Sono mancati i leader. Bernardeschi è un giocatore vero ma è un solista, non una sponda morale. Immobile non si trova in Nazionale dove deve giocare quasi sempre spalle alla porta, lui che ama rimanere di fianco alla palla. Kean è rimasto 70 minuti fuori partita perché non è un’ala e non capiva cosa gli si chiedesse. Come si è messo al centro ha fatto gol. Jorginho è un buon professionista, non un maestro. Tutti in generale, anche Verratti, anche Bonucci e Chiellini, perdono qualcosa in una squadra che vuole attaccare sempre con il cuore e lo schema lasciando troppo spazio tra le sue stesse linee. Una squadra cioè ancora bambina, senza un riferimento centrale, un asse attorno a cui ruotare. Questo è il limite, poi ci sono i vantaggi. Abbiamo giocatori che vogliono essere squadra, che hanno anche troppa disinvoltura. Siamo giovani, non ricordo Nazionali dove i gol siano stati segnati da due ragazzi che non passano insieme i 41 anni. È una squadra diversa, imperfetta, ma nemmeno pensabile due stagioni fa quando arrivò la Svezia. Siamo giovani e stiamo vincendo, questo conta adesso. Se si è giovani e basta si finisce in B. Essere giovani riesce a tutti, non è una differenza. Kean è la notizia migliore: ha la forza e il balbettio del gigante, deve difendersi da se stesso e dare ai compagni la convinzione che passare a lui la palla è sempre un investimento. Dove possiamo arrivare? Come disse Churchill dopo Stalingrado, è solo finito l’inizio. Il che vuol dire che siamo almeno tornati in gara".

Notizie Calcio Napoli