Sconcerti: "Napoli-Juve è un autentico 'dramma', comunque vada sarà un problema"
Mario Sconcerti scrive nel suo editoriale per il Corriere della Sera: "A spettando Napoli-Juventus si assiste ad altre due partite che vanno troppo secondo pronostico. La Roma resta al secondo posto e riapre moralmente una classifica ipotetica. Se il Napoli vince, oggi andrebbe a 5 punti dalla Juve con la partita diretta a Roma a metà maggio. Tutto il resto conferma un campionato ormai prevedibile. Ma la prevedibilità non è un difetto, 1 è sempre uguale a 1 e nessuno se la prende con lui. L’errore nel calcio è prendere il risultato di una stagione come una legge universale. È vero oggi che metà serie A non è competitiva, ma dieci mesi fa il Carpi, una squadra mai stata in serie A, retrocesse facendo 38 punti, cioè tanti, uno a partita. Oggi sarebbe più o meno il Sassuolo. Oggi si è innamorati del modello Atalanta, ma nessuno sa se sia un esempio o un’occasione. L’anno scorso l’Atalanta arrivò tredicesima, due anni fa diciassettesima, tre anni fa undicesima, quattro anni fa quindicesima. Con tutto il rispetto, che tipo di esempio è? Voglio dire che l’errore sta nel prendere sempre come ultimo modello il presente. Oggi è giusto dire che la Lazio è un’ottima squadra, ma relativamente a cosa, al quarto posto? E se è così, perché per esempio a Firenze nessuno si accontenta di essere arrivati quattro volte quarti negli ultimi cinque anni? E forse nessuno nemmeno si accontenta a Roma? Dove sta, in chi e che cosa vive, il modello del calcio? Forse la vera novità degli ultimi dieci anni è il cambio di volontà del tifoso. Prima si partecipava alle vicende della squadra, oggi si vuole solo vincere, fare notizia, comparire. Il tifoso non partecipa più, pretende, per principio e in barba a qualunque legge geopolitica. Direi che è soprattutto per questo che Napoli-Juve è oggi una grande partita, perché è un autentico «dramma», nel vecchio senso del termine. Comunque vada sarà un problema. Il calcio di oggi sembra questo, una contentezza a metà. E sulle spalle la certezza di aver capito il segreto, qualunque sia. Perché in fondo non vogliamo la realtà, nel calcio cerchiamo una consolazione. Infatti tifano tutti per la migliore del tempo lungo, la Juventus. E il Carpi dei 38 punti è già tornato al suo dovere".