Sconcerti: "Sarri è un libero pensatore come Michelangelo, ma Allegri sa sempre come sorprendere"

31.03.2017
18:10
Redazione

Mario Sconcerti scrive nel suo editoriale per Il Corriere della Sera: "In questo momento sta meglio Sarri di Allegri. La Juve è in cammino verso Napoli in un momento delicato. Ha perso Pjaca, Dybala non si è ancora ripreso dal suo infortunio, Mandzukic ha un ginocchio infiammato, Higuain sta giocando male e non segna. Perfino il ragazzo Kean, unico attaccante rimasto come alternativa, è fuori per due settimane. Forse questo costringerà Allegri a cambiare modulo, niente più Cuadrado-Dybala-Higuain-Mandzukic insieme perché questo non consentirebbe di avere un attaccante in panchina, lascerebbe la Juve senza sorprese. Un momento così era però prevedibile da quando si sono moltiplicati gli attaccanti in campo. L’infortunio di Pjaca stupisce per la gravità non perché è accaduto. Se hai 4 attaccanti e giocano sempre, rientra nella normalità che uno si infortuni. A quel punto salta lo schema con cui Allegri ha cambiato la sua stagione e anche le idee del nostro calcio. Pochi giorni fa alla «Domenica Sportiva», Mondonico ha detto una cosa molto interessante, che Allegri ha rovesciato il concetto stesso di calcio: comincia con 5 attaccanti e finisce con 9 difensori. In Italia si è molto più equilibrati, semmai gli attaccanti in più si mettono verso la fine. È stato questo «contropiede ideologico» a colpire alle spalle le avversarie portando 25 punti sui 27 delle ultime 9 partite. In realtà Allegri non ha cambiato modulo per inserire attaccanti. Lo ha fatto per inserire qualità. Ma Allegri sa anche che il Napoli va più gestito che sorpreso perché Sarri gioca sempre alla stessa maniera. Il suo modulo dipende solo dalla qualità, il Napoli si distingue per giocare bene, benissimo, o meno bene, non dalla diversità delle idee. Credo che questo vantaggio Allegri voglia prenderselo tutto, specialmente ora che ha difficoltà: poter giocare sull’avversario, scegliere lui la partita. Sarri sa tenere per più tempo un gioco migliore della Juve, ma deve riuscire a prendere il meglio della partita in quel tempo. Non ha risorse diverse, non ha fortuna, non sa chiudersi né mettere cattiveria, sa solo giocare a calcio. Allegri sa soprattutto gestire le partite, sa farlo senza noia, con intelligenza. La Juve di Allegri assomiglia molto al Real Madrid. Sarri avrà mezzora per segnarle 3 gol o tutta la partita per farne uno e non vincerla. In sostanza, o la travolge di ritmo o finirà nella gabbia della Juve. Sarri è generoso ma non furbo. Allegri è l’opposto, è un furbo a cui dispiace non essere artista, ma si accontenta di avere idee. Girando per etnie fra loro c’è quasi esatta la differenza tra livornesi e fiorentini. Sarri è un libero pensatore audace, sofferente e muscolare come Michelangelo. Allegri è figlio di una città giovane e pratica, i nati poveri che diventano padroni. Forse è questa gamma di colori che ha sempre reso i toscani ottimi allenatori, da Lippi, ad Allegri, a Sarri, a Spalletti, per non parlare di Ulivieri, Agroppi o Fascetti. Sono tutti diversi, trovi qualunque eccesso e qualunque prudenza. Ma tra Allegri e Sarri è Allegri il più sorprendente, direi quasi quello colto. Sarri è un provocatore che ha vinto, ma la provocazione gli si è ormai spenta in mano. Che fare adesso? Ha un solo modo per migliorarsi: avere giocatori sempre migliori. Non dipende più da lui. Sarri è al massimo. Allegri volta pagina quasi ogni giorno, ha una sapienza leggera e lunga come l’acuto di una voce bianca. Ma non è un maestro. Sarri sì".

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