Sconcerti: "È uno scudetto un po’ più triste, ma fatto di tanta abbondanza. Non c’è un altro modello Agnelli nel mondo, è l’unico presidente-manager-padrone"

21.04.2019
18:00
Redazione

Mario Sconcerti, editorialista del Corriere della Sera, commenta così il campionato di Serie A vinto dalla Juventus sulle colonne dell'edizione odierna del quotidiano:

"È uno scudetto un po’ più triste, ma fatto di tanta abbondanza. Lo ha capito anche la gente che ha salutato la squadra allo stadio. Ha vinto la festa, il merito complessivo, come era giusto ma non scontato. È tempo di capire adesso l’intera differenza della Juve, il modello che è stato comunque costruito. Perché gli otto anni volano tra Matri e Ronaldo, valgono ogni volta uno scudetto ma non sono la stessa cosa.

Credo sia questo che Cristiano Ronaldo rappresenta oggi, la coscienza di sé di Andrea Agnelli. Ronaldo è un mezzo, non un fine. È il nuovo spazio di un giovane capitano d’industria che ha capito per primo la sensibilità del calcio per il business e il successo. Non c’è un altro modello Agnelli nel mondo, è l’unico presidente-manager-padrone. Si arriva al calcio da capitani d’industria. Agnelli sta facendo l’opposto, lo sta diventando attraverso il calcio. Ronaldo è stato un azzardo, un grande rischio d’impresa. Ma è stato il grido di un’idea che già vale molto e vuol far sapere di essere sempre pronta per tutto. È raro che nel calcio accadano le cose programmate, la produttività è incerta, la Champions lo dimostra"

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