Sentite Vucinic: "Pechino? Successe di tutto, ciò che conta è che abbiamo vinto noi! Attenti a Callejon e Higuain..."

21.12.2014
10:45
Redazione

«Il mio cuore sarà sempre con la Juve. Nella Supercoppa vinta due anni fa successe di tutto ma conta solo chi ha vinto: noi». Mirko Vucinic, ex bianconero, ha rialsciato un'intervista a Tutto Sport, ecco un estratto: 
Foto-clic da Abu Dhabi, giusto qualche chilometro a sud del Qatar: Mirko Vucinic è a bordo piscina, con capellino e occhiali. Alle sue spalle le palme e la zona riposo. Altra vita, altro ambiente, altro clima in tutti i sensi. Niente veleni, tanto lusso e un calcio che cerca la sua dimensione tra grandi progetti e investimenti spaziali. [...]
Qualche chilometro più in su rispetto a lei ci sono Juventus e Napoli che lunedì si sfideranno per la Supercoppa: la giochi per noi. 
«Beh, il mio cuore sta con i bianconeri. Spero davvero che la Juventus vinca e alzi un altro trofeo, come chiede la sua storia, unica». 
La squadra di Rafa Benitez, vista dal Golfo, è in crisi? 
«Anche se non sta andando troppo bene in serie A, con quel distacco dalle prime, è sempre pericolosa. Ha gente che può decidere una partita con una singola giocata. Basta guardare i nomi: Higuain, Hamsik, Callejon... Quindi Buffon e compagni dovranno stare attenti. Ma lo sanno bene». 
Se dico Pechino, a cosa pensa? 
«Al mio successo in Supercoppa con la Juventus. Una giornata fantastica, indimenticabile». 
In campo con gli azzurri allora di Walter Mazzarri c’era tensione. 
«Sì, è successo di tutto di più, un casino totale, urla verso arbitro e guardalinee e cartellini. Ma quello che conta è che abbiamo vinto noi, alla fine. Poi loro non si sono presentati alla premiazione e proprio non li ho capiti. Ma, come si dice, le scelte vanno rispettate...». 
Poker ai supplementari con ultimo gol griffato da Vucinic, dopo quelli di Cavani, Asamoah, Pandev, Vidal su rigore e autorete di Maggio. 
«Mi dà orgoglio guardare il palmares e vedere il mio nome, quello che ho conquistato. Ho vinto con la Roma e tantissimo con la Juventus: ne sono fiero. Quando inizi a giocare a calcio lo fai perché è un sogno, un piacere. Poi, quando ti affermi e finisci sull’albo d’oro, beh, ti resta la fierezza di quanto hai fatto». 

 

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