Trapattoni: "La punizione? Solo un mostro come Maradona poteva riuscirci. Mi proposero di allenare quel Napoli"
Trent'anni fa, il 3 novembre 1985, poco prima delle ore 16, Maradona accarezzò con il suo sinistro la sfera per imprimerle una traiettoria perfetta, destinazione il sette alla sinistra della porta difesa da Tacconi. A ricordare qualla punizione c'è Giovanni Trapattoni che ha rilasciato un'intervista a Il Mattino.
Un incubo? «Assolutamente no. Quando vedi cose del genere ti puoi solo innamorare prima dell’autore del gesto, poi del gioco del calcio che ti permette di ammirare queste perle. Io la definii un’unghiata della quale solo Maradona poteva essere capace».
Ce la racconta dal suo punto di vista? «Ordinai dimettere in barrierai giocatori più alti. Sapevo che Diego era abilissimo nel calciare le punizioni ma non potevo pensare che in quella condizione fosse capace di segnare. E invece solo un mostro come lui poteva riuscirci». .
È vero che lei avrebbe potuto allenare Maradona a Napoli? «A gennaio puntualmente arrivava la telefonata del vicepresidente Punzo:”dai Giovanni, che fai? Vieni da noi quest'anno?”. Mi invitavano anche a trascorrerele vacanze a Napoli. Una città fantastica. Ma ormai il rapporto con la Juve era talmente consolidato che bastava una stretta dimano per il rinnovo di contratto».
Ma avrebbe potuto anche allenare Maradona alla Juventus... «L’avvocato Agnelli fece carte false per avere Diego ma come sifa. Certi giocatori appartengono alla loro città ed è giusto che Maradona sia rimasto a Napoli. Ma posso dire una cosa?»
Prego. «Se avessi accettato di allenare a Napoli sono convinto sarebbe stata una grande esperienza».