"Vai Manolo, ora non puoi proprio sbagliare": Gabbiadini travolto dalle emozioni, s'è detto di tutto su di lui

26.09.2016
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Redazione

Sessanta: come un numero può cambiare sapore a seconda delle circostanze. Un'ora è durata Napoli-Chievo per Gabbiadini, lo stesso lasso di tempo speso sabato scorso contro il Bologna. Ma al muso lungo di una settimana fa, ieri s'è visto un timido sorriso che non va mai oltre i suoi standard. La medicina del buon umore è il gol ritrovato, la gioia dal sapore speciale che ha riabbracciato al minuto ventitre (lo stesso suo numero di maglia) grazie all'intuizione geniale di "Babbo Natale" Callejon. C'era un frase a colorare la scia del suo assist: "Vai Manolo, ora non puoi proprio sbagliare".

RISCATTO. A far notizia non è il (bel) mancino col quale infila Sorrentino per la rete che sblocca l'incontro ma l'esultanza che ne consegue, l'abbraccio allo spagnolo e l'urlo strozzato in gola troppe volte e finalmente esploso spontaneamente, senza pensarci, facendosi travolgere dalle emozioni. Ne ha provate fin troppe Gabbiadini nelle ultime settimane. Il precampionato ricco di gol è stato eclissato dall'exploit di Milik e dalla sua involuzione, dagli errori silenziosi e dall'astinenza infinita. S'è detto di tutto su Gabbiadini, provando in tutti i modi a rincorrere un "perché" al suo momento no. Dal carattere alle caratteristiche tecniche, dalla psicologia alla filosofia, perfino alla geometria col calcolo della distanza tra sé e gli altri, quasi due corpi estranei nel pentolone del bel gioco. Poi arriva il gol e tutto muta: opinioni, pareri, giudizi, considerazioni. D'altronde era solo questione d'attimi, di un momento che poteva cambiare tutto e in realtà l'ha già fatto.

CANDIDATURA. Ora che tutto è (quasi) alla normalità è giusto tornare all'origine e considerare Gabbiadini concorrente di Milik senza preconcetti, evitando ragionamenti contorti, premesse errate, visioni distorte di una realtà limpida, mai come stavolta. Esiste una sola casella che risponde al nome di "punta centrale" con due perenni stagisti pronti a rincorrerla. Sarà Sarri, di volta in volta, a fare la sua scelta, ad orientare il (suo) pensiero in base all'avversario, alle opportunità, alle esigenze. Non si spiegherebbe altrimenti la fiducia incondizionata del tecnico verso Gabbiadini, schierato titolare tre volte su sei - in campionato - nonostante l'evidente forma psicofisica del giovane polacco. Probabilmente mercoledì sera, contro il Benfica al San Paolo, toccherà ancora a Milik intonare l'urlo "The Champioooons" senza problemi di lingua. La differenza la fanno i momenti, appunto: Gabbiadini - eventualmente - se ne starà in panchina senza il rischio di farsi travolgere da cattivi pensieri.

Fonte : Il Roma
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