Auriemma: "Serve innovarsi sul mercato, rivoluzionare non conviene. Si vocifera che dopo il mercato invernale..."

17.04.2014
10:00
Bruno Galvan

Tra la Coppa Italia ed il mercato c'è un Napoli spaccato in due. L'ambito tecnico e l'universo dello scouting che operano ognuno per le proprie specificità, pur dialogando costantemente per il fine comune. L'affiatamento è diventato forte tra Benitez ed il ds Bigon, del quale ha decantato recentemente le lodi, pubblicamente, come mai era successo in precedenza. Si vocifera che la stima sia cresciuta dopo la finestra di mercato invernale: il coach reclamava l'arrivo dei rinforzi inseriti nella sua lista, Bigon gli propose in alternativa Jorginho, Henrique e Ghoulam. Ha vinto la scommessa e adesso incassa i complimenti. Massima concentrazione fino al 3 maggio, poi sarà lecito tuffarsi nelle contrattazioni con la finalità di concludere al più presto le operazioni già avviate. E sono tante. Con una domanda che aleggia sul capo degli addetti ai lavori, quanto dei tifosi: cosa servirà per ridurre il gap esistente oggi con la Roma e la Juventus? «Comprerò quattro calciatori», l'esclamazione di De Laurentiis si riferisce solo alla base minima, perché bisognerà capire quanti e quali saranno le cessioni da registrare dopo questa stagione sufficiente eppure controversa. E poi, se pure il Napoli riuscisse ad accontentare Benitez sulle priorità appuntate nella lista delle richieste, sarà sufficiente per essere competitivi come le due formazioni battistrada? Probabilmente sì, perché sarà necessario iniettare all'ossatura attuale una bella dose di energia e di esperienza per non commettere certi errori di ingenuità e di superficialità che quest'anno hanno limitato le reali capacità della squadra. La storia, però, insegna che solo i nomi non bastano, ancorchè altisonanti. Serve l'amalgama, l'equilibrio di una squadra che non sempre quest'anno è sembrata capace di adeguarsi alle diverse circostanze tattiche proposte dagli avversari soprattutto di bassa classifica. Un anno di limbo è servito anche a questo, a digerire il credo del nuovo allenatore, portatore di una filosofia calcistica rivoluzionaria per quelle che erano le abitudini del Napoli e del movimento calcistico nazionale. Una stagione vissuta a corrente alternata dovrà bastare per sentirsi ormai pronti ad affrontare il futuro con la consapevolezza di partire con il marchio di squadra pronta a lottare per lo scudetto. Con i rinforzi di cui sopra ed un equilibrio maggiore rispetto a quanto vissuto quest'anno, il Napoli riuscirà a reggere l'urto avversario nelle trasferte più insidiose, parimenti si potrà portare pazienza in attesa di scardinare le retroguardie accorte, senza per questo subire quelle ripartenze che tante volte sono state letali. Il Napoli riesce ad essere protagonista in positivo quando domina la scena attaccando in velocità e con il pallone tra i piedi, si smarrisce appena rallenta e gli altri si convincono che, in fondo, il colpaccio è possibile. In questi casi si dice «chi vivrà, vedrà», confidando nell'agognato orizzonte europeo che non può disconoscere la realtà italiana nel quale intende collocarsi. Innovare sì, rivoluzionare non conviene.

Fonte : Auriemma - Corriere del Mezzogiorno
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