
BIDONI AZZURRI - Una brutta figura a Cosenza e poi i pianti: "Sono venuto per giocare, i compagni mi sgridano". Ulivieri non ci vide più...
Per chi volesse farlo, potrà chiedere spiegazioni e chiarimenti all'ex d.g. del Napoli, Antonio Juliano. Fu lui l'artefice dell'ingaggio di Thorsten Flick, eclettico difensore tedesco, in forza all'Eintracht Francoforte. Parliamo della stagione '98/'99, il Napoli era appena retrocesso dalla Serie A, fu assunto Ulivieri per risalire in massima serie e la dirigenza partenopea mise a disposizione del tecnico un organico di tutto rispetto: fu acquistato Murgita, bomber di razza, dal Milan sbarcarono Daino e Nielsen e fu trattenuto Claudio Bellucci, autentico cecchino esploso proprio in B con la maglia del Venezia. Il 20 ottobre del 1998, all'Ata Quark Hotel di Milano, i dirigenti partenopei trovarono l'accordo coi colleghi tedeschi dell'Eintracht: si opta per una comproprietà con diritto di riscatto da parte dei partenopei, fissata a circa 7 miliardi di lire. Le due società erano già in buoni rapporti dopo la conclusione della trattativa Stojak, che vide arrivare in Germania, uno dei 'bidoni' della storia azzurra. Le prime perplessità che riguardavano il difensore tedesco erano relative al suo ruolo, non si capiva se facesse il libero, il terzino o l'ala sinistra: "Io gioco al centro della difesa, da libero o da marcatore non fa differenza. Però sono abbastanza flessibile, posso agire anche a centrocampo, ho una buona visione di gioco". Il neo acquisto del Napoli fu accolto bene dalla stampa locale che, però, non aveva referenze circa il suo palmares e quindi i dubbi erano più che leciti. "Anche se è in serie B, Napoli ha una grande tradizione. Io sono stato un grande ammiratore di Diego Maradona. E del suo passato napoletano conosco quasi tutto", ecco come si presentò Flick al pubblico partenopeo. Gli venne affidato il numero 28, Flick era il terzo straniero nella rosa del Napoli, dopo Nielsen e Shalimov. Dai primi allenamenti si intuiva che Ulivieri non nutrisse una stima particolare per il calciatore, la sua prima apparizione in maglia azzurra viene registrata, addirittura, il 24 gennaio, contro la Cremonese, quando Flick sostituì Bellucci nei minuti finali di gara. A fine partita lo sfogo di Thorsten Flick: "Se sono arrivato a Napoli era perchè volevo giocare. Capisco che ogni calciatore straniero ha bisogno di un periodo di ambientamento, ma credo che 3 mesi di attesa bastino e avanzino. Il quarto d'ora di Cremona non può bastare per giudicarmi, ho lasciato la Germania per giocare. All'inizio parlai con Ulivieri e mi disse che c'era un problema di comunicazione, avrei dovuto imparare in fretta l'italiano. L'ho fatto, adesso lo parlo benissimo, perchè ero d'accordo col mister. Durante una partita non è giusto sgridare un compagno in difficoltà, bisogna parlarne, ma a fine gara. Noi difensori abbiamo bisogno di concentrazione e di considerazione, se questi due fattori non ci sono diventa difficile ambientarsi". Ulivieri, maestro di calcio, capì lo sfogò del ragazzo e la domenica succesiva lo impegò a Cosenza, partita che terminò 1 a 0 in favore dei calabresi. Voto a Flick? Basso, molto basso, il tedesco fu impiegato da esterno sinistro in una difesa a quattro , ma la sua prestazione fu davvero deludente e il tecnico del Napoli (sempre il solito maestro) lo escluse completamente dalle proprie gerarchie. Saranno stati i richiami dei compagni insoddisfatti, ma fatto sta che Flick non fece che piagnucolare, altro che cursore di fascia. Fu rispedito, immediatamente, all'Eintracht con i dovuti ringraziamenti, i tedeschi lo girarono, a loro volta al Saarbrucken, società che militava in terza divisione tedesca. Dopo pochi anni, giustamente, sotto consiglio di amici e parenti, lasciò il calcio, ed ecco che tutti tornarono a stimarlo!
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