
FOTO 'BIDONI AZZURRI' - De La Pena e Raul se lo ricorderanno. Cade due volte in un tunnel 'oscuro': adesso è ancora squalificato! Ve lo ricordate?
E' brutto dover parlare di lui mettendo il calcio, la sua professione, in secondo piano. Napoli, Sampdoria e Milan, eppure ha avuto la 'fortuna' di indossare le maglie di questi tre importanti club, ma nulla da fare. Proprio non ci riusciamo. La carriera di Angelo Pagotto iniziò proprio nel Napoli che, nel lontanissimo 1993, lo prelevò dal Verbania, società in cui mosse i suoi primi passi da calciatore. Era il terzo portiere della squadra allenata da Marcello Lippi, alle spalle di Giuseppe Taglialatela e Raffaele Di Fusco. Non trovò il modo di scendere in campo in quell'annata vista la folta concorrenza e il Napoli lo prestò alla Pistoiese, prima di cederlo alla Sampdoria nella stagione successiva. Zero presenze in azzurro, ma dopo la cessione la dirigenza del Napoli partì con l'opera di pentimento visto l'excursus del giovane portiere. Titolare a Pistoia, titolare anche a Genova con la Samp. L'Under 21 italiana lo teneva in forte considerazione (Pagotto può vantarsi di aver parato due rigori a De La Pena e Raul in finale degli Europei) e di lui se ne accorse il Milan che lo portò in casa propria per fargli fare esperienza dietro al titolare, Sebastiano Rossi. La sua 'brillante' carriera da riserva proseguì a lungo fino a quando fu acquistato dal Perugia di Gaucci che gli rese un posto da titolare.
CADUTO DUE VOLTE NELLO STESSO 'ERRORE' – Nel gennaio del 2000 risultò positivo all'antidoping in seguito a un controllo nel novembre del '99 dopo Fiorentina-Perugia. Squalificato per due anni e professatosi sempre innocente, Pagotto scontò quasi interamente la sua condanna. E non finisce qui. Ripetiamo, vorremmo parlarvi delle sue parate, ma invece c'è qualcosa che prende il sopravvento. Nel 2007 ci ricade, ebbene sì. Come si dice, 'sbagliare è umano, perseverare è diabolico'. Al termine di Crotone-Spezia, gara di Serie B, Pagotto risultò nuovamente positivo alla cocaina. Nel luglio 2007, dopo l'audizione davanti alla Procura antidoping del Coni ha confessato le proprie colpe, mentre il 14 settembre la Corte di Giustizia della Figc lo ha condanato a 8 anni di squalifica, fino al giugno 2015.
RIPRODUZIONE RISERVATA