Il giorno dopo Bologna-Napoli...Nonno Palacio e quella strana statistica di Milik

16.07.2020
11:00
Redazione
Il giorno dopo Bologna – Napoli. Primo vero e massiccio turn over effettuato da Gattuso, otto giocatori cambiati rispetto all’ultima uscita, e prima gara davvero impalpabile degli azzurri di questo nuovo ciclo. Forse un caso o forse no. Il dato di fatto è che il Napoli, dopo aver trovato il vantaggio da azione da fermo, imperiosa la zuccata di Manolas, si è praticamente fermato. Dell’ex centrale della Roma, si ricorderà la rete e poco altro. Parzialmente giustificato in quanto al rientro dopo un fastidioso problema fisico.
 
Il giorno dopo Bologna – Napoli. Sbloccata la gara, gli azzurri si “siedono”. Le urla di Gattuso arrivano fin dentro i salotti di casa. Servono a poco. La squadra si abbassa troppo. Le uscite da dietro diventano attacchi alle coronarie dei tifosi azzurri. Demme non riesce quasi mai a farsi vedere. Meret gira il pallone a destra e a sinistra. Di Lorenzo spesso non trova la giocata o l’appoggio giusto. Hysaj spesso non trova neanche il pallone. All’albanese spirito di sacrificio e abnegazione non mancano, ma a sinistra è improponibile o quasi.
 
Il giorno dopo Bologna – Napoli. Con Demme tampinato a uomo in ogni zona del campo, gli azzurri stentano tanto ad uscire. Zielinski non si abbassa per cucire il gioco e Fabian Ruiz è in panchina. Elmas vaga spaesato per il campo e gli attaccanti accorciano poco e male. Se la squadra è seduta, Milik è addirittura piantato. Le statistiche raccontano che nel primo tempo ha toccato meno palloni di tutti. Solo il portiere del Bologna ne ha toccati di meno. Ma fa il portiere! Quando il Napoli riesce ad uscire dal pressing forsennato dei felsinei, ci pensa Politano a rallentare l’azione. L’ex Sassuolo anche quelle poche volte che libera il sinistro, per sconosciuti motivi, non calcia mai. Dell’inedita linea a tre d’attacco, l’unico che sembra avere voglia e gamba, è Lozano. Se non altro si lancia in qualche improbabile serpentina e sfodera il suo pezzo forte: la corsa forsennata. Alla fine dei tre d’attacco, risulterà essere il migliore. Ma urge considerare anche il valore e la prestazione degli altri due.
 
Il giorno dopo Bologna – Napoli. Nella ripresa, se qualcuno si aspettava il calo fisico dei padroni di casa, si è sbagliato di grosso. I ragazzini di Mihajlovic, tanti 99’, 2000 e 2001 in formazione, guidati da “nonno” Palacio, 38 primavere compiute, continuano a correre e a pressare come dei forsennati. Trovano anche il goal, annullato come il primo per millimetrico fuorigioco. Le due linee di difesa che tanto ama Gattuso e che tanto bene hanno fatto fino ad ora, si perdono l’inserimento del poco più che ventenne Musa Barrow che sigla il pari.
 
Il giorno dopo Bologna – Napoli. La girandola di sostituzioni parte in ritardo e non cambia l’inerzia della gara. Della reazione al pari nessuna traccia. Fabian Ruiz subisce subito un brutto colpo. Insigne tecnicamente indiscutibile, non incide. Mertens si allarga a sinistra, gioca qualche buon pallone al centro, ma non trova mai compagni. Del resto al belga, non si può chiedere di fare il rifinitore e il finalizzatore. Occorre un centravanti vero. E non certo da ieri. Nel finale il Napoli rischia di tornare con zero punti dalla trasferta emiliana. Nei minuti di recupero, Danilo indovina il tiro della vita che, fortunatamente per il Napoli, si stampa sul palo.
 
Il giorno dopo Bologna – Napoli. Sinceramente da chi ha giocato di meno, ci si aspettava di più. In questo scorcio finale di stagione, avrebbe potuto cercare di far cambiare idee al mister su certe gerarchie. Ma evidentemente, chi gioca di meno, è perché merita di giocare di meno.
Fonte : Stefano Napolitano
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