Il giorno dopo la vittoria della Coppa Italia...Il professor Demme, le mani di Meret ed il giusto premio a Gattuso

18.06.2020
11:20
Redazione

Napoli, la Coppa Italia vinta da Gattuso e i suoi uomini

Napoli - Il giorno dopo la finale. La prestazione degli azzurri illumina un Olimpico deserto. Tra discutibili creazioni cromatiche sugli spalti e sediolini desolatamente vuoti, nitida arriva fino a dentro le case la voce di uno dei protagonisti di questa vittoria: Gennaro Gattuso. A dicembre ha raccolto una squadra tatticamente allo sbando, senza anima, atleticamente impresentabile e in una mortificante posizione di classifica. Pochi mesi lavoro e gli ha dato anima e gambe. E ieri sera, proprio anima e gambe hanno permesso al Napoli di alzare al cielo la sesta Coppa Italia della sua storia; conferendo alla stagione un senso che, fino allo scorso inverno,

sembrava impossibile. 

Il giorno dopo la finale. Ha preteso e ottenuto attenzione e sacrificio. Avrà sciorinato argomenti convincenti: certamente avrà parlato di valori e della fortuna di poter fare questa professione. E il gruppo ha preso a seguirlo da subito. Tatticamente ha riorganizzato una fase difensiva apparsa a dir poco allegra ad inizio stagione, con due linee strette che favoriscono i raddoppi ed evitano agli avversari gli attacchi alla profondità. Condito dal sacrificio degli attaccanti che si massacrano in un

feroce attacco alla prima palla degli avversari. Il resto l’hanno fatto il ritorno in forma e condizione di Koulibaly e l’esplosione di Maksimovic finalmente a suo agio in una difesa a quattro.

Il giorno dopo la finale. Ieri sera, malgrado i favori del pronostico gli fossero contro, il Napoli non è apparso mai in affanno. Le uniche occasioni dei bianconeri sono venute da banali palloni persi dagli azzurri in uscita. L’approccio alla gara è stato quello giusto. Consapevole della forza dell’avversario, specialmente in campo aperto. Tutti, dal primo all’ultimo, si sono sacrificati in un lavoro di copertura degli spazi. Gattuso sa benissimo che le finali, nei primi trenta – quaranta minuti, le puoi compromettere, specialmente contro avversari che poi in ripartenza possono diventare devastanti.

Il giorno dopo la finale. Poi, piano piano, il Napoli è venuto fuori e già nei novanta minuti avrebbe meritato ampiamente la vittoria. La svolta, nella ripresa. Il mister ha abbassato Fabian Ruiz a giocare quasi da secondo play accanto a Demme e liberato Zielinski da compiti di copertura. Il polacco ha avanzato il suo raggio d’azione facendo girare palla da par suo. E’ salito in cattedra Demme ed è cresciuta l’intera squadra. In mezzo al campo il pallone ha iniziato a viaggiare e molti di quelli della Juventus, per caratteristiche, difficilmente corrono senza palla.

Il giorno dopo la finale. Il palo colpito da Elmas a pochi secondi dalla fine, ha spedito le squadre alla lotteria dei rigori. E dopo le mani di Ospina, anche Meret ha messo le sue su questa Coppa. Al rigore decisivo di Milik, la città è esplosa di gioia. Caroselli d’auto e fuochi d’artificio fino a notte fonda. Una festa che Napoli si meritava per l’amore viscerale che nutre per la squadra della propria città. E nel mentre, i protagonisti della notte di Roma facevano rientro in città cantando e ballando in treno. Anche questo è il segnale di un gruppo che funziona. Bravo Gattuso, bravi tutti.

Fonte : stefano napolitano
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