IL GIORNO DOPO Napoli-Genoa... le carenze strutturali della rosa, la mancata identità ed i soldi di Barella per Lozano

Il Giorno dopo Napoli - Genoa. Quella appena trascorsa è certamente stata una delle peggiori settimane della storia recente della Società,  almeno dal campo si aspettava una risposta.  Giocatori a centrocampo in cerchio a ribadire l'unità del gruppo. Non è bastato.  Squadra  che ancora una volta è apparsa stanca e disorganizzata.  E contro un Genoa,  peggior difesa della serie A , non è riuscita ad andare oltre uno scialbo zero a zero.

Il giorno dopo Napoli  - Genoa. Tra infortuni veri o presunti   organico ridotto all'osso.  Si rivede titolare Hysaj a sinistra,  fuori ruolo,  una costante quest'anno e mica solo per lui. Malgrado la buona volontà e la modesta caratura dell'avversario,  gli azzurri hanno fatto pochissimo e di Radu si ricordano giusto un paio di interventi.

Il giorno dopo Napoli - Genoa. La carenze strutturali di questa rosa, palesemente uscita incompleta dall'ultimo mercato stanno venendo fuori tutte insieme. Spesso sono state mascherate dalle giocate dei singoli. E ora che non arrivano neanche più quelle, la situazione appare tutta per quella che è: di una gravità assoluta che ha fatto scivolare il Napoli a metà classifica. E al 10 novembre il campionato degli azzurri è già terminato.  Alla squadra non resterà che provare a rincorrere una qualificazione Champions.

Il giorno dopo Napoli - Genoa. Normale o quasi che sul banco degli imputati ci finiscano tutti.  Dal mister ai giocatori passando per la società fino agli inguardabili ottimisti che avevano asserito che questa fosse la migliore rosa dell'era De Laurentiis. Ancelotti non è riuscito a dare una identità di gioco.  Calciatori spesso fuori ruolo e palesemente tutti o quasi in ritardo di condizione. Sul mercato si è investito tanto,  basti pensare all'acquisto di Lozano.  Con lo stesso investimento si sarebbe potuto prendere Barella. Ma il Napoli, in Italia,  acquista solo dall'Empoli e dall'Udinese.  Bisognerebbe iniziare a chiedersi il perché.

Stefano Napolitano