
"O' president' e chi......t! Io non ci sto! [...] Kulabaly, na 'nsalat' e mar'!". Tutto quello che non avremmo voluto sentire, il peggio del 'trash' sul Napoli
di Claudio Russo – twitter: @claudioruss
Oltre ai tantissimi soldi che girano nel mondo del calcio ci sarebbe tanto di cui parlare. Le discussioni al bar, quelle che lasciano sempre un sorriso perché c'è la volontà di far emergere la propria opinione (del tipo: "Ma perché tutti i media nazionali puntano il dito sui napoletani e non sul tifoso della Roma che ha sparato? Ma perché tutti fanno i fotomontaggi sulla foto di Genny ‘a carogna?”)
Talvolta le dichiarazioni che fanno più sorridere, però, sono quelle che arrivano dagli addetti ai lavori proprio perchè 'addetti ai lavori' e non semplici tifosi. Altre 'perle' si sono aggiunte all'elenco ed altre ancora verranno pubblicate nelle prossime rubriche. Sotto la lente d’ingrandimento normalmente finiscono le trasmissioni televisive come ‘Il Bello del Calcio’ e ‘Number Two’.
Con tutto il ‘trash’ che ne consegue.
Ovviamente tutto condito dall'ironia, senza prendersi troppo sul serio.
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Zazzaroni parte subito col botto: "Canale 21 ha voluto un parterre tutto napoletano". Era anche ora. C'è Nicola Salerno, DS del Cagliari. Nato a Matera. Com'era la storia del parterre tutto napoletano? Ah vabbè, ma c'è il cognome.
"Il signor Vittorio Raio non solo è il capo della cricca di Eurobet, ma ha indovinato il 3-1 del Napoli e lo ha fatto giocare sia a Gianni Ambrosino, sia a Gianluca Monti" dice Zazzaroni, poi presenta Gifuni che, non avendolo giocato, non sorride.
"I primi venti minuti della finale di Coppa Italia sono stati scintillanti, a livello del Real Madrid". Ecco spiegato perchè poi Fedele ogni volta 'attacca' Gifuni.
Ancora una volta, Vittorio Raio afferma la sua tesi per cui il Napoli è una squadra che può vincere la Milano-Sanremo e non il Giro d’Italia. Considerando che ha indovinato il risultato della Coppa Italia, non si potrebbe indovinare il vincitore della Corsa Rosa? Mastandrea alla fine urla a squarciagola: “Vittorio Raio offre la cena a tutti!!!”
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“Ambrosino ha vinto 300 euro, me l’ha detto lui”. Fedele smonta tutto e subito.
“Posso permettermi di interrompere la Bibbia?”. Gianluca Monti si rivolge ad Enrico Fedele ed è in palla. E ti credo, dopo la bolletta vinta!
Zazzaroni chiama l’infermiera per Fedele, appena sente il Bayern Monaco ed il contropiede nella stessa frase. Fedele pimpante: “A te non ci vuole il 118, ti ci vogliono i pompieri!”
Chiariello e Fedele stuzzicano Gianluca Gifuni: “Come è andato Falcao?” “E’ stato il migliore in campo, mo’ gli chiamo subito i pompieri”
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Paolo Specchia si lamenta perché Benitez non ha raccolto una sua preghiera: quella di far giocare Insigne più avanti. Chissà perché Rafa non l’ha sentito.
Gifuni getta il sasso: “Quando Pirlo era a Brescia ed aveva l’età di Jorginho, quanti pensavano che diventasse quello di adesso?”. Delirio, partono Fedele, Specchia e Chiariello: “Ma daaaai! Jorginho ha 25 (?) anni, è improponibile! Se lo fai giocare a tre è un grande centrocampista, a due non ha la carrozzeria (?) per farlo”.
Gustoso racconto di Ivan Zazzaroni, che svela la proposta di una signore di 80 anni in treno: “Vuoi favorire?” e caccia un panino ‘grosso così’.
Antonio Corrado viene confinato alla visione di Juventus-Atalanta, Vigliotti lo mette subito da parte: “Vabbè tanto non se ne frega nessuno”. Di chi, della partita o di Corrado?
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“Dov’è a Napoli lo stato?”. Zazzaroni chiede, Specchia non sa rispondere e inizia a urlare del suo passato. Ambrosino mette in mezzo ‘la carogna’, Zazzaroni (“Lascia stare Genny la carogna!”) gli chiede se fosse all’Olimpico (“No!”) e ricorda: “Io ero all’Heysel”. Specchia vuole parlare dell’inno, niente da fare.
“Se c’è una rapina in banca, la polizia non cerca un interlocutore per mediare?”. Raio viene interrotto e non ci sta: “Una volta che diamo una notizia, mi interrompono”. Ovvero le parole di Genny ‘a carogna dette a Marek Hamsik.
“In Spagna un tifoso ha preso il DASPO a vita per aver lanciato una banana, in Italia invece blablabla”. Fulvio Collovati dice la sua, ma non riesce a terminare la frase che viene coperto da tutti gli altri ospiti (da qui il blablabla).
“Non è possibile che un signore possa uscire con la pistola e passi inerme tre processi, così come non è possibile che un signore che partecipi alla rissa sia l’interlocutore prima della partita”. A Toni Iavarone non va bene niente.
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Viva Antonio Corbo! “A Roma appena fa uno sbadiglio il Papa, c’è un milione di persone che accorre”. Poi prova a dire, incespicando, la parola ‘pedissequamente’: un tentativo, un attimo di pausa, poi ci riesce. Missione compiuta.
A proposito di avvocati, lo zio di Ciro Esposito ci tiene a precisare: “Non sono un avvocato”, Iavarone a ruota: “E nemmeno io…”. Lo zio lo dimostra: “Non mi pare che per rissa esista la possibilità dell’arresto”, Iavarone invece diventa giurista: “Domani il fermo cadrà, il GIP non lo notificherà”
“Umberto se non ci convinciamo che la follia non è normalità e che ciò che è successo in Curva Nord ovvero picchiare tifosi e poliziotti non è normalità, la sparatoria è comunque fuori dalla mentalità ultrà”. Come lotta Gianluca Monti: “Finisco subito, giuro!”. No, perché gli parlan sopra.
L’ambiguità, forzata, di Enrico Fedele: “Questi pistolotti sono belli”
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Gianni Di Marzio racconta: “In Inghilterra una volta di queste la Thatcher s’è girata e ha detto ‘mo basta’. Poi vieni ospite da me e vai a vedere la partita con tua moglie, tua sorella, la tua fidanzata. Poi è ovvio, siamo tutti quanti con le…girate..cosiddette cos’”
Andatevi a riprendere lo sfogo di Umberto Chiariello, spalleggiato da Paolo Specchia: un pistolotto sull’unità d’Italia, sulla liberazione “dal Duce e dal fascismo”. Arriva quasi alle lacrime: “E’ successo davanti a tutti: il presidente della Repubblica (che non c’era, ndr), del Consiglio…o presidente e chitemmuort’! IO NON CI STO! Il capo tifoso è stato bravissimo”. Standing ovation.
“Abbiamo capito il senso, la vuoi finire? L’unica cosa che ci tiene uniti è l’inno d’Italia” “Ma cosa dici? Ce ne sono sedici in Italia. Ma sai quanti figli di noi italiani vorrebbero andare all’estero? Sai perché? Sai perché?” “Ma noi possiamo parlare di tutto, ma perché l’inno? Mameli ha creato una cosa in cui ci riconosciamo tutti”. Puntata della distensione, ma Zazzaroni e Specchia pure alzano discretamente la voce.
Ancora Zazzaroni, che ricorda i fischi all’inno dell’Argentina, e Specchia, che contesta: “I romani fischiarono, non noi”, “Ma sei italiano o no?”. Chiariello invoca la responsabilità oggettiva, fantastico.
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“Gli stadi devono essere di proprietà delle società”. Mentre lo dice, all’avvocato Fimmanò si gonfiano le vene. Fedele prova a fargliele scoppiare: “Eeeeeh fra vint’ann’”. E Fimmanò cita come esempio di sicurezza privata il Pentagono (!) di Washington. Anche se in realtà è da un’altra parte.
“Per fare un campo di calcio ci vogliono 30 anni. Quando lo faranno io sarò sotto terra, sarà fortunato mio nipote se lo vedrà”. Fedele prevede il futuro.
Cagnara a Number Two, al diavolo il buon senso! Stefano De Grandis attacca Antonio Corrado: “Il problema è che a te ti fanno parlare!”, Corrado sbotta: “Me ne vado, allora me ne vado, se non posso esprimere il mio pensiero me ne vado” e va via nonostante Vigliotti lo rimbrotti (“Stai facendo quello che hanno dimostrato di fare gli altri”) e poi continui al suo ritorno: “Non è che non volessimo farlo parlare, qua tutti dicono tutto quello che vogliono. Ma Antonio Corrado può dire e dirà sempre quello che vuole, ma in certe determinate situazioni questi interventi non li trovo giusti”.
“Mi assumo la responsabilità di quello che dico, perché ci guardano anche le istituzioni ed i magistrati”. E, aggiungiamo noi alla citazione senza fonte, forse anche quelli con il camice bianco.
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“Nelle curve si spaccia la droga, a portarla sono i gruppi di tifosi. Non a caso la criminalità è contigua”. Un durissimo Toni Iavarone, al quale risponde Antonio Corbo: “Secondo me stiamo criminalizzando troppo gli ultras, devono smetterla di giocare a fare la guerra”. In franchezza, insomma.
Fedele si esprime: “Dico a Benitez, con molta umità, con un po’ di esperienza: Koulibaly (detto Kulabaly, ndr), Gonalons…na ‘nsalat’ e mar’! Nun’ o faje o salt’ e qualità!” Gifuni lo stuzzica: “E che li prende a fare?”, Fedele si stizzisce: “Senti…”
“Da noi non c’è cultura sportiva: chi perde è sempre idiota. Io vivo in Abruzzo, il Chieti ha giocato con mezzo stadio e si è allenato a Bucchianico perché i tifosi non gli hanno permesso di allenarsi a Chieti”. E anche Ciro Venerato dice la sua.
Un immarcescibile Paolo Specchia: “E’ da mesi che continuo a dire che Rafa Benitez mantenendo il suo modulo di gioco inflessibile ed oltranzista non vincerà mai niente”. E’ martedì 6 maggio, tre giorni fa Rafa Benitez ha alzato il suo primo trofeo in azzurro.
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“Posso fare una domanda?” “No”. Zazzaroni spegne le speranze di Enrico Fedele.
Spunta un retroscena a Goal Show, su Canale 9. Valter De Maggio rivela che “Raffaella Fico mi promise che avrebbe fatto lo strip tease a Piazza Plebiscito se il Napoli avesse vinto scudetto o Champions League. Peccato, dimenticai la coppa Italia”. Come scriverebbero su Twitter, #ohnooo.
“Finalmente sei mio, Antonio Corrado!”. Ingresso trionfale di Anna Falchi di ritorno dalla pubblicità, Gianni Di Marzio subito lo bacchetta: “Puoi dire quello che vuoi, basta che non parli di calcio”. “Può parlare di pallanuoto” conclude Collovati.
Fermi tutti, Enrico Fedele è la vittima del ‘prestigiATTORE’ che si presenta bene e lo veste da generale. Fedele rimane impassibile per tutta la durata del siparietto: “Ma tu dici tutte queste cose p’ m’ fa piglia’ ‘na carta?” “E che cacacazz’!”. E con questa è tutto, amanti del trash!
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