Pelillo... nell'uovo - Gli Ancelotti al capolinea e i limiti di una struttura che non esiste...

10.11.2019
11:45
Redazione

Ancelotti al capolinea

Notizie Calcio Napoli -Il Napoli ha staccato la spina. La squadra è senza riferimenti, senza guida, senz'anima. Sulle spalle di un gruppo senza leader il trambusto di una settimana nella quale il Napoli è imploso facendo emergere tutto quello che non funziona da tempo. A pagare sarà inevitabilmente la guida tecnica che non ha più il controllo emotivo della squadra. Gli allenatori devono tenere il polso del gruppo, è il loro compito principale e imprescindibile. L'emblema della situazione attuale è testimoniato dall'ingresso in campo di Llorente ed Elmas senza che Carlo Ancelotti riferisca una parola... Si può non aver nulla da dire ad un calciatore che subentra?

Occorre, ormai, una svolta che una parte del gruppo non ha avuto il coraggio di chiedere parlandone direttamente con chi comanda. Hanno preferito attendere l'occasione per manifestare il malessere, sbagliando totalmente linea e mettendosi chiaramente contro l'intera tifoseria, marcando poi spaccature interne con chi non era dello stesso avviso. Ora è necessario dare una guida alla squadra che attualmente non esiste più, per tentare di raggiungere quel quarto posto fondamentale per le casse della società. Già a gennaio vanno, inoltre, mandati via coloro che, per malessere personale, non fanno più gli interessi della squadra. Il gruppo ha bisogno di ricostruirsi con nuovi leader e nuovi equilibri e magari "eleggere" al suo interno un capitano che prenda, intanto, più applausi che fischi dal pubblico...

La situazione non è semplice per il presidente. Gli Ancelotti hanno deluso, le aspettative erano ben diverse e giustificate dai trofei di Carlo. Tutte le carriere, anche quelle più brillanti, prima o poi devono fare i conti con il tempo che passa e gli stimoli nuovi che possono condizionare le prestazioni. Adesso il club é costretto ad intervenire facendo i conti con l'ingaggio importante dell'attuale allenatore e le difficoltà oggettive a trovare l'uomo giusto tra i tecnici disponibili. La scelta, poi, è strettamente legata all'aspetto economico. L'allenatore dal nome più affidabile non accetterebbe di buon grado un ruolo di traghettatore con relativo contratto fino a giugno e questo farebbe lievitare in maniera ulteriore il costo dell'intera operazione. Per sistemare al meglio le cose in termini finanziari, sarebbe opportuno ottenere le dimissioni del tecnico o un accordo risolutivo, ma il potere contrattuale, in tal senso, è tutto a favore di Ancelotti.

Quando i risultati non arrivano il club paga la sua struttura societaria. L'organizzazione della società azzurra pone l'allenatore al centro di tutto, anche del mercato e della gestione dei rapporti con la proprietà. Questo fattore aumenta in maniera ulteriore il ruolo e le capacità dell'allenatore che deve anche conoscere il mercato e saper guidare il gruppo senza l'ausilio di un direttore generale. A Napoli l'allenatore è tutto e se va in crisi di risultati o, peggio ancora, perde la fiducia della squadra, non esiste la figura in grado di mediare tra la proprietà e i calciatori rischiando, di fatto, dei bracci di ferro deleteri. Fin quando l'allenatore funziona, i limiti di una struttura scarna non emergono, ma non esiste il paracadute, la frizione, il cuscinetto, quando la guida tecnica non riesce ad imporsi. Tutto questo aumenta ancora di più le difficoltà a scegliere, in questo momento, la persona giusta cercando di far quadrare l'aspetto economico. Non a caso, la proprietà ha cercato di evitare il cambio in corsa facendo leva sulla squadra con la carta del ritiro. Purtroppo, però, gli effetti non sono stati positivi. Gli Ancelotti hanno perso il manico, il direttore generale che faccia da filtro manca e lo scontro tra calciatori e proprietà è la realtà dei fatti... Vedremo...

Fonte : Marcello Pelillo per CalcioNapoli24.it
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