Pelillo... nell'uovo - È la dura legge del gol...

12.12.2018
13:00
Redazione

Finisce con l'amaro in bocca il cammino in Champions degli azzurri. La squadra di Ancelotti eliminata per il numero di reti realizzate. Quel gol evitabile,

Finisce con l'amaro in bocca il cammino in Champions degli azzurri. La squadra di Ancelotti eliminata per il numero di reti realizzate. Quel gol evitabile, incassato dalla Stella Rossa al San Paolo, ha fatto la differenza. Questo l'esito freddo e oggettivo, che sembra condannare troppo gli azzurri guardando i numeri della classifica. La squadra partenopea ha, tuttavia, sprecato una buona opportunità. Anfield si è confermato campo ostile e in grado di trascinare i forti padroni di casa. Un banco di prova ai massimi livelli, in grado di pesare i valori attuali del gruppo. In casa del Liverpool è dura per tutti, ma il Napoli aveva due risultati disponibili e più. La missione principale degli azzurri era fare un gol, perché sarebbe stato impensabile e rischioso puntare allo 0-0. Una rete avrebbe costretto gli inglesi a farne tre e a scoprirsi. Il Napoli, invece, ha consegnato il lato sinistro all'avversario per settanta minuti. La sofferenza di Mario Rui su Salah era prevedibile e visibile ed ha costretto un grande Koulibaly agli straordinari e disorientato, probabilmente, il bravo ma giovane Fabian. Lo spagnolo ha pagato l'inesperienza e il mancato supporto dei compagni più navigati come Hamsik, troppo molle per una gara dal ritmo così alto imposto dai Reds. L'ex Betis è stato spesso impreciso e mai incisivo nel cercare il recupero o il raddoppio sulla stella Salah, opportunamente sistemato a destra da Klopp. Una corsia assente e un Liverpool molto aggressivo hanno limitato le soluzioni in fase d'impostazione e bloccato il Napoli nella propria metà campo fino a quando, intorno al 70', Ancelotti non ha lanciato Ghoulam e Zielinski a sinistra. Da quel momento in poi, il Napoli è riuscito a guadagnare metri e a creare ben tre occasioni. Insigne, Milik e soprattutto Callejon hanno sprecato buone opportunità. Lo spagnolo ha, probabilmente, pagato la consueta gara di sacrificio in corsia, mentre Insigne è meno brillante già da qualche gara. Milik, dal canto suo, ha trovato Alisson sulla sua strada a chiudergli lo specchio nel finale di gara, riportando alla mente San Siro e quel Milan-Napoli... Tre occasioni e un comun denominatore: l'assenza di cattiveria agonistica al momento giusto. Il difficile girone, ben giocato dal Napoli, ha dato le sue indicazioni ad Ancelotti per il futuro. Intanto, per gli azzurri si apre lo scenario dell'Europa League. Il Napoli può e deve arrivare fino in fondo per non rendere anonima la stagione agonistica. La squadra di Ancelotti trova la buona compagnia di Arsenal, Chelsea e Inter, che sulla carta rappresentano le avversarie più temibili, aspettando gli ultimi verdetti di Champions. L' Europa League resta il trofeo più importante al quale il Napoli può, almeno sulla carta, ambire e a questo gruppo manca un trofeo importante per crescere in consapevolezza. Vedremo...

Fonte : di Marcello Pelillo
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