Pelillo... nell'uovo - La farsa è già finita... tutto sulla coppa...

26.11.2018
15:25
Redazione

La frenata inattesa ha spento gli animi della piazza in un momento cruciale della stagione agonistica. Il pareggio casalingo contro l'ultima della classe

La frenata inattesa ha spento gli animi della piazza in un momento cruciale della stagione agonistica. Il pareggio casalingo contro l'ultima della classe non è alleato migliore a pochi passi dal verdetto Champions, soprattutto per la classifica che si è concretizzata. Finire a otto punti dal primato a novembre, non aiuta l'animo con l'Europa già decisiva alle porte. Il Napoli è già ad un bivio stagionale da qui a dicembre. Intanto bisogna battere la Stella Rossa, in fiducia dopo aver battuto il Liverpool, e sperare che i Reds non  perdano a Parigi. Diversamente, gli azzurri si giocherebbero tutto all'Anfield Road
Il pareggio contro il Chievo ha dato ulteriore peso alla sfida di mercoledì, che gli uomini di Ancelotti dovranno dimostrare di saper reggere. 

Stavolta il grande turnover di Ancelotti non ha pagato per una serie di circostanze. Un centrocampo totalmente nuovo, unito alle condizioni del terreno e di alcuni singoli, ha tolto fluidità alla manovra. Zielinski si è smarrito da tempo e Diawara appare sempre meno motivato rispetto al grintoso "rubapalloni" di Bologna. Ounas conferma di avere la necessità di scoprirsi altrove, in una dimensione diversa da quella napoletana. L'uscita dal campo a passo lento durante la sostituzione, dice tanto sulla sua integrazione generale e sul valore della delusione personale che ha prevalso sull'esigenza della squadra di sbloccare il risultato. Al pomeriggio blando degli azzurri ha contribuito anche un avversario motivato, con un tecnico appena arrivato che ha avuto due settimane per preparare la gara. In certe circostanze serve il colpo del talento, ma il palo ha negato la gioia ad Insigne, confermando che nel calcio esistono gare in cui tutto gira male e dove la classifica non conta. Vincerle tutte è innaturale ma è pur vero che inciampare contro l'ultima è un po' eccessivo, anche a pochi giorni da una gara decisiva per il cammino europeo al quale il Napoli tiene, forse, più del campionato.
La serie A, del resto, rimane un torneo discutibile, in cui le regole non sono chiare e si lascia troppo spazio alla discrezionalità del direttore di gara. Il Var non è regolamentato bene, ma non si intravedono all'orizzonte incontri ufficiali per modificarne i protocolli. Messa in questo modo, la serie A continua ad apparire come una grande farsA, dove la tecnologia trova la resistenza di un movimento che non si impegna a renderla quanto più efficace possibile.  Troppa soggettività equivale a poca trasparenza, che viene a mancare, ad esempio, anche quando agli arbitri non viene concesso di parlare ai microfoni dopo le gare e spiegare perché non si è chiesto l'intervento del Var in un episodio in area di rigore. Trasparenza che viene a mancare perché il processo di carriera degli arbitri dovrebbe essere più palese agli occhi di tutti e coinvolgere più addetti. Il calcio italiano ha diritto di sapere attraverso opportuni strumenti di pubblicità con quali criteri oggettivi un arbitro passa da una categoria, arbitra gare più impegnative, diventa internazionale, partecipa alle competizioni principali del calcio mondiale. Senza questi interventi, e con il precedente di Calciopoli lontano solo dodici anni, il calcio italiano resta poco credibile e l'Europa rimane una scialuppa di salvataggio per gli appassionati veri, quelli che non riescono a fingere di non vedere... Vedremo...

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Fonte : di Marcello Pelillo
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