Pelillo... nell'uovo - Le ragioni di Patrizio e le colpe di Carlo...

04.03.2019
11:20
Redazione

Non ci sono più parole per raccontare il disastro del calcio italiano all'ennesima erronea direzione arbitrale. La Var riscuote successi all'estero e in Italia funziona ad intermittenza, soprattutto nei confronti di qualcuno. Un inganno continuato che porterà nel tempo a perdite notevoli per la serie A, come già sta accadendo. I criteri delle carriere degli arbitri restano ancora un mistero e nell'era della trasparenza, favorita anche dalle tecnologie applicate alle questioni amministrative, desta scalpore la resistenza di un mondo del calcio che non ha più credibilità. Ieri si è assistito al classico italiano dell'errore principale e delle successive "sistemazioni", che non si sarebbero mai viste con una classifica diversa... In questo scenario condizionato il Napoli ha, tuttavia, risposto in maniera egregia. Il secondo tempo degli azzurri, in grado di mettere nell'angolo i bianconeri, è stato un inno alla battaglia. Tuttavia, il coraggio e la grinta dei partenopei non sono bastati nemmeno per il pareggio. L'occasione ghiotta è arrivata sul piede di Insigne, ma l'esito è stata un po' una sintesi per il fantasista di Frattamaggiore. Un centimetro ha cambiato il risultato, ma ai grandi livelli è spesso quel centimetro a fare la differenza. Quella differenza che Insigne non fa abbastanza per metterlo davanti a tutti come erroneamente insiste a fare Carlo Ancelotti. La reazione di Callejon alla sostituzione è un segnale verso il tecnico che, con l'attacco, manifesta difficoltà di gestione, schermate dal magnifico curriculum di cui gode il mister. In campo, però, il passato e l'esperienza contano fino ad un certo punto. Togliere Milik è stato un errore grossolano perché in dieci, contro la Juve, non ci si può privare del buon momento dell'attaccante più prolifico e dell'unica punta di peso in rosa. Un prezzo pagato caro nella ripresa, quando nell'area bianconera piovevano palloni da ogni direzione e il capocannoniere della squadra, unico colpitore di testa, non c'era... Un peccato per la straordinaria ripresa del Napoli non finalizzata, poi, dall'intoccabile di Carletto. Il destino beffardo ha voluto che fosse proprio lui a fallire, l'equivoco dal quale il Napoli deve uscire in fretta. Insigne non è il Del Piero o il Totti della situazione, va messo al pari degli altri perché non è abbastanza per non meritare la parità. Le tensioni di Mertens e Callejon, la versione "Rog" di Verdi e la continua interruzione a Milik, ogni qual volta sembra spiccare il volo, sono indicazioni negative sulla gestione dell'attacco in cui sorride solo il numero ventiquattro. Un sorriso relativo, perché è dal mese di dicembre che Insigne non incide come bene aveva fatto nel girone di Champions e il tecnico non trova soluzioni né per lui, né per Mertens, mentre Verdi aspetta un turno che non arriva mai. L'Europa, però, concede al Napoli la possibilità di cancellare malumori e ingiustizie. Il Salisburgo è alla portata ma va affrontato con lo stesso spirito ammirato nelle ultime due gare. Un torneo che il Napoli può vincere per voltare pagina in tutto. Un torneo in cui serve sentire il peso degli allori del tecnico, per dare anche un valore al contratto più ricco del club... Vedremo...

Fonte : di Marcello Pelillo
Notizie Calcio Napoli