Pelillo...nell'uovo - C'era una volta un poliglotta, un apprendista e un napoletano..

04.02.2020
11:20
Redazione

C'era una volta una bella nave con un buon gruppo di marinai, di cui uno napoletano. Nel suo periodo migliore alla guida dello stesso armatore, la nave riceve un atto di pirateria sul punto di arrivare alle ultime destinazioni, quelle più importanti, raggiunte solo due volte nella sua storia. Oltre al carico, i pirati catturano anche il Comandante, amato dall'equipaggio e grande artefice delle traversate. L'armatore, che forse non aveva ben inteso le intenzioni che i pirati stavano tramando già da tempo, prese un Comandante di assoluto valore. Uno che aveva fatto bene il suo lavoro sulle migliori imbarcazioni e con i migliori equipaggi d'Europa. Aveva girato tanto al punto da diventare un poliglotta. Le premesse erano buone ma quel poliglotta portò con sé un apprendista, suo vice, molto giovane e ambizioso che voleva, però, saltare in fretta i gradi sfruttando il fatto di portare un grande nome, quello del padre, che fu un bravo comandante. L'apprendista spingeva, il poliglotta non aveva, forse, le motivazioni di un tempo anche perché l'equipaggio era forte, ma non del livello di quelli che aveva sempre guidato. Dopo i primi mesi molto buoni la situazione iniziò a peggiorare. Il tutto precipitò all'inizio della seconda stagione. I risultati non arrivavano e l'apprendista e il poliglotta avevano già da tempo deciso di fare fuori il marinaio di casa, il napoletano, che non era un fuoriclasse, ma da quando era arrivato lui non riusciva più a fare le cose di un tempo. Il marinaio, però, era uno scugnizzo e allora si mise in testa una cosa, con il sostegno dei più "anziani" dell'equipaggio. La nave, intanto, perdeva carichi importanti, l'equipaggio era irriconoscibile e con lui il poliglotta. L'armatore, troppo fiducioso del nome che aveva alla guida dei suoi, pensò di punire i marinai vietando le ore di libertà. Il napoletano, sostenuto da altri tre o forse quattro "senatori" guidò l'ammutinare della nave. Una cosa mai vista in precedenza. L'equipaggio chiedeva la testa del poliglotta e del suo giovane apprendista frettoloso di arrivare. Scelsero sicuramente il metodo più sbagliato per comunicare il dissenso verso il proprio comandante, ma alla fine vinsero loro. Dopo un mese l'armatore si decise e arrivò un condottiero, inesperto ma con grande voglia di fare e una lunga e importante esperienza da marinaio. Dopo un mese di sofferenze, nuovi metodi di lavoro e il tentativo di rianimare un equipaggio, ormai diventato insicuro, la svolta arriva. La nave riprende il percorso, l'equipaggio ha di nuovo un anima e il napoletano è tornato ai livelli del Comandante, quello rapito dai pirati... Quelle traversate resteranno irripetibili ma i marinai sono tornati ad essere un gruppo di lavoro che rema verso la stessa direzione. Il poliglotta, invece, ha trovato subito una nave lontano da Napoli ma al suo fianco ha due apprendisti, il suo e quello indicato dal nuovo armatore... Vedremo...

Fonte : di Marcello Pelillo
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