Pelillo...nell'uovo - Il Var ha "soltanto" tolto la maschera della trasparenza che non c'è...

31.10.2019
18:00
Redazione

E' difficile parlare di tecnica, tiri, azioni, errori, tattica se poi ti arriva l'arbitro che ti decide il risultato senza verificare il Var. Il calcio italiano si sforza di far credere alla gente di voler recuperare credibilità inserendo lo strumento tecnologico, ma si scopre da tempo, poi, che viene utilizzato a discrezione. E a cosa serve lo strumento se poi i signori arbitri decidono quando e se andarci? Una presa in giro per i tifosi e quel dubbio che fa pensare sul perché poi alcune squadre vengano penalizzate spesso ed altre di rado o mai... Purtroppo questi sono i fatti che sottraggono trasparenza allo spettacolo del calcio ed è incredibile come si possa assistere a questo scempio nonostante, ormai, le tv abbiano invaso il campo da tempo. Il Napoli, poi, subisce già da diverse partite il torto di un rigore negato. Dopo Firenze, dove Mertens ottenne un penalty inesistente, ci fu un assalto mediatico che ha scomposto persino elementi di spicco della classe arbitrale. Probabilmente, l'accusa fatta al direttore di gara di Fiorentina-Napoli da parte di chi ha un ruolo nel mondo degli arbitri è stata inopportuna perché ha rischiato di condizionare le successive direzioni degli azzurri. Intanto, da diverse settimane gli uomini di Ancelotti hanno da recriminare per il solito rigore negato. Il punto è che il calcio ormai è un business, le squadre sono ormai società di capitali a tutti gli effetti e riconosciute tali dalla legge. Chi risarcisce le società per le perdite dovute agli errori arbitrali, per le discrezionalità concessa a delle persone di servirsi, o meno, dello strumento tecnologico? Un mistero ai limiti della legalità perché se si è voluto legalizzare i bilanci delle squadre di calcio trasformandole in società di capitali, i diritti di chi rischia e fa azienda vanno poi garantiti fino in fondo. Fare al contrario significa lasciare le cose a metà, una legalità parziale che non ha alcun senso giuridico. 

Il Var, insomma, ha di fatto smascherato un sistema che non funziona perché è mal regolato. Ha alzato il livello di responsabilità di chi usa la discrezionalità. Chi vuol fare chiarezza ed esser trasparente usa la tecnologia a disposizione, non lascia che decidano altri addetti alla moviola. Al contrario, si incorre in due ipotesi. Scarsa volontà di essere trasparenti oppure desiderio di liberarsi della responsabilità scaricando sull'addetto al Var di turno. E nella seconda ipotesi, è lecito chiedersi se adempie ai suoi doveri l'arbitro che non vuole assumersi la responsabilità di consultare lo strumento tecnologico a disposizione. Può chi è addetto ad applicare il regolamento decidere di non servirsi dell'ausilio tecnico? Se la domanda è affermativa quale sarebbe il motivo? Perché lasciare tanta discrezionalità a persone? Perché non si rendono trasparenti i criteri premianti delle prestazioni degli arbitri che aprono a loro la possibilità di dirigere gare internazionali?

Fonte : di Marcello Pelillo
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