Pelillo...nell'uovo - Sono tutti Gabbiadini, ma lui no!

20.10.2016
18:10
Redazione

Il Napoli entra ufficialmente in crisi. Terza sconfitta consecutiva, la seconda in casa e contro un avversario decisamente più debole. Ancora errori individuali hanno influito sul risultato, ma stavolta non basta soffermarsi su Reina, Maggio, Jorginho e Insigne. La squadra è chiaramente in difficoltà. L'assenza di una pedina fondamentale come il centravanti di ruolo preoccupa il gruppo e gli fa perdere sicurezza e convinzione. Lo si evince non solo dagli errori grossolani, che soltanto in una squadra fuori controllo si vedono, ma anche dal gioco. Per la prima volta il Napoli è confuso. Per la prima volta chi ha la palla non sa a chi passarla perché mancano quei naturali automatismi che fanno trovare sempre l'uomo libero. Questa sconfitta è diversa dalle precedenti ma ne è la figlia prediletta. Confusione in campo e anche in panchina. Sarri è in difficoltà. Non riesce a fare le scelte giuste nei ruoli dove può, mentre in altri è costretto ad inventarsi qualcosa o ad affidarsi ad un usato non più sicuro. Sta accadendo tutto in fretta, troppa. La mancanza importante del centravanti non può far precipitare le convinzioni di un gruppo, che lavora in un certo modo da oltre un anno e con risultati eccellenti, in soli quindici giorni. Ora come ora occorre lavorare sulla mente e scegliere innanzitutto chi è libero e pronto con la testa. Bisogna approfittare del probabile entusiasmo dei Diawara, Giaccherini e di un Gabbiadini che ieri è sembrato sbloccato. Subentrare con la squadra in difficoltà l'ha liberato dalle responsabilità. Ieri sera c'erano altri Gabbiadini in campo mentre lui sembrava rianimato. Bisogna inserire in campo energie mentali positive per uscire rapidamente dal tunnel delle insicurezze. La parola d'ordine è lasciare fuori chi avverte paure, insicurezze, a prescindere dall'aspetto tattico. Lo spirito giusto è quello di Mertens, unico a non arrendersi e pertanto insostituibile in questo momento delicato. Sarri ha il dovere di tenere fuori le "damigelle", i bambini confusi e paurosi. L'allenatore deve essere in grado di spronare i mezzi giocatori, perché tali sono coloro che non riescono a gettare il cuore oltre l'ostacolo nel momento del bisogno.

Fonte : di Marcello Pelillo
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