Pelillo...nell'uovo - Tra l'albergo di Firenze e le sopravvalutazioni di Gattuso...

21.12.2020
10:00
Redazione

Pellillo nell'uovo...

Una squadra molle, che sembra essersi arresa in fretta e che ha regalato i due gol alla Lazio. Non è giustificabile per una compagine che viene da un sconfitta da un altro scontro al vertice. Perdere il secondo scontro in pochi giorni senza lottare, apre a tante riflessioni. Intanto è la terza volta che la squadra sbaglia approccio e non scende in campo concentrata e determinata in una gara significativa. Lo stesso scenario si è visto contro la capolista Milan e contro la Real Sociedad nella gara decisiva per la qualificazione, senza voler contare altre gare con avversarie sulla carta battibili. Gli spagnoli, a differenza degli italiani, hanno soltanto fallito almeno quattro occasioni clamorose, ma l'atteggiamento del Napoli è stato lo stesso visto contro Milan e Lazio.

La squadra si è innanzitutto trascinata le negatività della trasferta di Milano mostrando scarso carattere e poca voglia di lottare. A Milano gli azzurri hanno perso immeritatamente e la direzione di gara ci ha messo del suo. Tuttavia, ciò si sarebbe dovuta trasformare in cattiveria agonistica. Una squadra che annovera tanti nazionali, alcuni dei quali ormai anche esperti, non può lasciarsi smontare psicologicamente dalla sfida precedente e da un arbitraggio discutibile a oltre 20 giornate dal termine. Emergono in tal modo i limiti caratteriali di un gruppo e l'assenza di leader in campo. Non c'è il trascinatore, colui che si tira indietro gli altri quando si entra dell'inerzia negativa di una gara o di un momento.

Sono due gli elementi che sembrano togliere certezze e convinzioni a questa squadra. Alcuni appartengono al gruppo che nel 2018 si è visto strappare lo scudetto dagli errori arbitrali. Quella negatività che si trasforma in carenza di convinzione, sembra tornare come un incubo ogni qual volta che arriva il torto arbitrale, che da un anno a questa parte appare troppo spesso all'ombra del Vesuvio. Lo si legge anche dalla reazione di Insigne del Meazza, che non va giustificata, ma che si ripete da sempre sui campi di calcio con gli arbitri che si girano per far finta di non sentire. Non è la regola ma è la prassi. Questa negatività, questa convinzione di non potercela fare perché poi ci sono gli arbitraggi, c'è il Var che funziona a tratti, diventa però l'alibi ingiustificato per mollare nel momento importante. Quelli di Napoli-Milan e di Lazio-Napoli sono gli stessi dell'albergo di Firenze, ma Sarri non c'era stavolta...

Il secondo elemento è però di natura tattica e organizzativa. Andando a ritroso, il Napoli della gestione di Gattuso più costante in termini di risultati è stato quello visto a cavallo della sospensione del torneo a causa del covid-19. Era un Napoli quadrato, compatto in campo, che non concedeva molto, e ripartiva senza giocate rischiose. Quel Napoli ha vinto la coppa Italia battendo in ordine Lazio, Inter e Juventus. In quelle tre sfide, contro le squadre che in quel momento erano al vertice del campionato, ha subito un solo gol. Oggi, al Napoli segnano tutti. Si sta lavorando su un gioco propositivo, che deve partire dal portiere, fatto di passaggi corti anche quando c'è l'avversario in area. Si cerca la giocata di prima in mezzo al campo, rischiando di subire la ripartenza in una zona nevralgica. Si gioca sempre a piede invertito sulle ali e mezze ali anche quando c'è Petagna che può essere cercato con il cross dal fondo. Il tutto perché si vuole giocare a tutti i costi con il fraseggio e le vie centrali. Guardando, però, le azioni del Napoli e degli avversari, questa squadra non sembra proprio adatta a questo gioco. C'è la sensazione che Gattuso abbia sopravvalutato il tasso tecnico dei suoi. Lo dicono gli innumerevoli passaggi semplici sbagliati, le tante palle utili non messe e le ripartenze prese per un passeggino corto di prima che è risultato errato. I fatti dicono che i risultato della squadra erano più costanti giocando in maniera più accorta, senza correre rischi non necessari; è lo score del Napoli di Gattuso, non sono pareri, ma fatti. Questa sopravvalutazione del tecnico verso la propria rosa, sembra essere la madre, poi, di un grosso equivoco tattico: la presenza contemporanea a centrocampo di Zielinski e Fabian. La mediana è troppo leggera, non filtra costantemente e la qualità in attacco di Insigne viene sacrificata per fargli fare il terzino. Tutto ciò giustificato dall'allenatore dal fatto che la squadra ha qualità, ma cosa significa qualità quando si sbagliano in ogni partita decine di passaggi banali che aprono al contropiede o non mandano a rete l'uomo che si è lanciato? ... Vedremo...

Fonte : Marcello Pelillo per CalcioNapoli24.it
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