Pelillo...nell'uovo - Uomini fuori posizione e la presunzione dei perdenti...

26.09.2019
12:00
Redazione

Ultime calcio Napoli - L'editoriale di Marcello Pelillo sulla sconfitta degli azzurri.

Ultime calcio Napoli - Non può bastare mezzo tempo per portare a casa un risultato. Il Napoli credeva di poter fare a fette il Cagliari e ha regalato oltre un'ora alla squadra di Maran, prendendo uno scivolone duro da digerire. La squadra di Ancelotti non ha attenuanti, lui compreso. Il tecnico avrebbe dovuto tenere alta la tensione del gruppo dopo l'eccessivo carico di complimenti piovuto in quel di Lecce. L'esaltazione dell'ambiente ha travolto la squadra che è scesa in campo troppo convinta di portare a casa il risultato, prima ancora di scendere in campo. È la classica presunzione dei perdenti, quella che nasce da risultati importanti per poi emergere contro compagini, sulla carta, più deboli. Strano, tuttavia, che questo accada a calciatori, ormai, esperti. Il Napoli compete per le prime posizioni da anni e conosce benissimo le insidie psicologiche che si nascondono dietro certe gare. È paradossale osservare che il migliore di tutti sia stato Di Lorenzo, l'elemento meno esperto sotto questo aspetto. L'ex Empoli si è fatto notare in fase propositiva soltanto nella ripresa per ordini di scuderia, confermati da Ancelotti in conferenza. Gli azzurri sono scesi in campo senza cattiveria agonistica, soprattutto in avanti ma è emerso, nello stesso tempo, anche qualche problema tattico. Zielinski continua a soffrire in silenzio una posizione che non è la sua al centro del campo. Le difficoltà del polacco sono soprattutto difensive perché non ha nelle corde la lettura tattica di certi momenti di gioco in chiave passiva. Si rischiano dei contropiede perdendo anche le qualità offensive dell'ex Udinese, che agisce troppo lontano dalla porta per pungere. In secondo luogo c'è Insigne, che non è nella sua posizione più congeniale perché la sua storia dice che riesce a dare il meglio da esterno d'attacco di un tridente. Nella posizione attuale è troppo lontano dalla porta ed ha maggiori compiti di copertura che non sempre riesce a garantire non essendo un tornante. L'azzurro sembra frenato, non è a suo agio e non riesce ad essere costante in quella posizione dove, invece, ha fatto benissimo Fabian lo scorso anno e dove riesce senza dubbio meglio anche il polacco Zielinski. In attacco, poi, è apparso disorientato e poco integrato alla squadra Lozano. Il messicano è ancora un corpo estraneo, si muove poco tra le linee e certamente non viene aiutato quando, dal suo ruolo di seconda punta, viene spostato al centro dell'attacco come è accaduto ieri durante la gara. Lozano ha tutte le qualità per diventare pericoloso anche al centro della prima linea ma, almeno in questi primi tempi di integrazione, sembra più opportuno lasciarlo giocare nella sua posizione. In ogni caso, gli abituali spostamenti tattici di Ancelotti non possono certamente favorire l'inserimento nei movimenti e negli schemi di gioco dell'attaccante. Tuttavia, va sottolineata anche la mancanza di buona sorte nel caso della gara di ieri. Al Napoli è mancata cattiveria sotto porta ma sono da registrare anche due legni. I pali di Mertens ricordano, però, che spesso piove sul bagnato e che la fortuna aiuta gli audaci. Il calcio insegna che se si regala oltre mezza gara all'avversario e si è costretti poi a rischiare, può accadere di subire anche il gol della sconfitta nell'unico tiro in porta concesso all'avversario nel più classico dei contropiede. È il calcio e Ancelotti e il Napoli e buona parte degli azzurri che erano in campo ieri non possono non saperlo... Vedremo...

Fonte : di Marcello Pelillo
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