SILENT CHECK - Crudo, cotto e Ancelotti

08.10.2019
20:00
Redazione
  • Gli addetti al Var in una stanza rivedono le immagini, si confrontano in breve tempo, riflettono e poi comunicano le conclusioni. Questa rubrica si rifà proprio a questo momento chiamato SILENT CHECK: rivivere le immagini della partita con spunti anche extracampo. Un racconto del tutto personale del vissuto del match e post match, in confidenza col lettore, tra innocenti licenze e riflessioni in tutta libertà. Zero schemi e poche regole? La rubrica è mia ...

di Dino Viola

Carlo Ancelotti è criticabile? Certo ma con misura, moderazione. Ah, la moderazione, questa sconosciuta. Da queste parti o sei un fenomeno assoluto oppure un bollito interessato a quota cento. Esiste solo l'uno e il dieci: nel mezzo non c'è altro numero, se non quelli dei moduli da criticare. C'è chi voleva un ritorno al 4-3-3, salvo poi ricredersi data l'assenza di un regista di ruolo, emersa col Torino ma visibile ad occhio nudo dal saluto di Jorginho: che fine hanno fatto?

C'è chi voleva un ampio turn over per non ritrovarsi una squadra spompata nel momento clou della stagione. C'era chi premeva per la rotazione ai fini della valorizzazione di tutti gli elementi della rosa: una posizione molto cara ai piani alti. E sottolineo la parola cara. Il turn over può essere limitato per certi aspetti, rivisto ma non è la causa di tutti i mali.

Lozano è stato prima un grande colpo della società dopo la prima apparizione, poi è diventato un brocco voluto da Ancelotti. Da qui la colpa è ricaduta sulla posizione in campo scelta dal tecnico. Col messicano si sfiorano vette di depressione viste solo negli anni di Naldi. A breve aspettiamoci il dito puntato contro la preparazione atletica.

Insomma tutti volevano un Napoli diverso, tutti sapevano. C'è chi lo preferiva crudo, chi cotto e poi c'è Ancelotti. Pregi e difetti. Perchè difetti ce ne sono e nessuno li vuole nascondere. I pregi non si possono dimenticare. Ma è il suo Napoli. Tutti adesso hanno la ricetta per uscire da questa fase di appannamento. I capelli di Carlo sono bianchi al punto giusto per uscire da questa flessione, anche davanti ad un gioco, quello di domenica, che non lascia ben sperare. Moderazione anche nei termnini, nei giudizi, perchè è di flessione che si tratta: non si può parlare di crisi.

Ammettere qualche responsabilità alla guida tecnica non è un reato: questa stessa testata lo ha fatto. C'è una differenza però nel calibrare tempi e parole. Eccedere serve solo a gonfiare il petto di chi ne ha bisogno. Oggi schierarsi dalla sua parte è un atto doveroso di fiducia nei rimedi che apporterà. E' chiaro che di questi periodi l'isteria la fa da padrona. Te ne accorgi non solo leggendo i termini usati e le osservazioni che mutano ma anche guardando la classifica: sei punti di distacco dalla Juve capolista, cinque dall'Inter e con trentuno partite da disputare.

Forse anche la tempistica della pioggia acida di critiche su Reggiolo va rivista. La stagione è iniziata da poco, nulla è compromesso. Il cammino si è fatto più difficile ma è presto per tirare bilanci definitivi: spero che questo sia chiaro. O Sarri ha già lo scudetto sul petto? Mi avete fatto venire il dubbio.

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