SILENT CHECK - Siamo tutti Allegrotti?

30.09.2019
19:00
Redazione
  • Gli addetti al Var in una stanza rivedono le immagini, si confrontano in breve tempo, riflettono e poi comunicano le conclusioni. Questa rubrica si rifà proprio a questo momento chiamato SILENT CHECK: rivivere le immagini della partita con spunti anche extracampo. Un racconto del tutto personale del vissuto del match e post match, in confidenza col lettore, tra innocenti licenze e riflessioni in tutta libertà. Zero schemi e poche regole? La rubrica è mia ...

di Dino Viola

Volevo iniziare l'articolo così. 'Mettiamo da parte il risultato: preferite i novanta minuti col Brescia o quelli col Cagliari?' I tre punti in più possono annebbiare le analisi, i sei mancanti dall'Inter portano alla cecità. Poi ci ho ripensato, ritiro la domanda: non è il momento di far passare il risultato in secondo piano. Gli approfondimenti vanno fatti ma meno fronzoli e risvegliamo il senso di praticità. Il risultato conta.

Forse si meritava la vittoria in entrambi i casi ma ieri un pelino meno, e per quanto si possano riconoscere i meriti ad un avversario tenace e con qualche individualità, una squadra in cammino per la vittoria finale deve fare ammenda dei propri errori. Quello che più accomuna i due match è il tempo di gioco regalato all'avversario. Primo tempo ai sardi, il secondo ai lombardi. Correttivi da ridisegnare su lineamenti di gioco non troppo netti, in un 4-4-2 già di suo abbastanza liquido e che per alcuni tratti della partita si esprime comunque su ottimi livelli.

Ammenda dunque, ma sino ad un certo punto però. In fin dei conti l'obiettivo dei tre punti è stato centrato: cosa non accaduta mercoledì sera. Oggi infatti, siamo tutti un po' più allegri. E allora spazio anche ad un certo pragmatismo, ad un pensiero molto simile a quello incarnato dell'ex tecnico bianconero. Al tempo stesso sarebbe rischioso passare da un estremo all'altro: nemmeno Sarri vuole cambiare più di tanto il gioco a Torino. 

Il calcio torna spesso così davanti ad un bivio, tra la concretezza del freddo risultato e l'essere travolti dall'emozioni di un gioco spettacolare quanto rischioso. Il giusto sta nel mezzo. Una sintesi tra il gioco attuale e quel pizzico di praticità sarebbe l'ideale: Allegrotti non suona poi così male. 

Un po' di allegria e un po' di speranza me l'ha regalata Balotelli per due motivi: personalmente non l'ho mai stimato come calciatore e il suo colpo di testa (in campo e non fuori) ricorda che c'è sempre una seconda opportunità nonostante tutto. Ma, in un momento di pessimi messaggi e cori beceri, in primo piano ci metterei l'immagine del suo ingresso in campo, con in braccio la figlia napoletana col completino degli avversari del papà. Il calcio si mostra tenero e specchio della società, dei suoi mutamenti operati in anticipo o in ritardo ma comunque ineluttabili con buona pace degli ignoranti.

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