D'Agostino: "De Paul può trovarsi bene in azzurro, manca un Nainggolan. Che rammarico quel 'No' al Napoli"

02.08.2020
21:15
Redazione

Napoli - Le parole di Gaetano D'Agostino

Napoli - In esclusiva a Taca La Marca è intervenuto Gaetano D’Agostino, tecnico ed ex centrocampista di Roma e Udinese, il quale si è soffermato sul finale di stagione e su tanto altro, ecco quanto emerso: 
De Paul-Napoli – “E’ un giocatore importante, lo ha dimostrato all’Udinese e con la nazionale argentina. Parliamo di una mezzala offensiva, lega il gioco ed ha grande piede, oltre ad essere già abituato alle pressioni giocando in squadra con Messi. Poi a Napoli gli argentini si son sempre trovati bene.”
Sanchez - “Può fare ancora benissimo, è un calciatore di caratura internazionale. Ha girato l’Europa e ogni campionato porta con sé una diversa preparazione settimanale: doveva solo riabituarsi all’Italia. Il prossimo anno, se dovesse restare all’Inter, potrebbe davvero disputare un ottimo campionato, essendo uno abituato a fare gol.”
Centrocampo Napoli - “Forse manca un giocatore alla Nainggolan o alla Barella, manca quel calciatore che ruba palla e riparte. Il giocatore moderno deve saper fare entrambe le fasi. Serve un elemento dinamico, che fa legna, ma nel corso dell’anno ti segna anche 5-6 gol. Allan è un top, ma il suo tempo a Napoli sembra finito e deve essere sostituito da un calciatore all’altezza.”
Rimpianto Napoli - “L’unico rammarico è aver detto di no al Napoli in maniera frettolosa, era un periodo bello perché mi sentivo importante e tante squadre mi cercavano, ma allo stesso tempo ero confuso. Uno come me al Napoli si sarebbe divertito e avrebbe divertito la gente.”
Scudetto con la Roma - “Sono passati 20 anni, ma il ricordo è indimenticabile. La festa al Circo Massimo fu qualcosa di meraviglioso. Dispiace oggi vedere le piazze del Sud patire il gap con le squadre del Nord. Questo dipende da vari fattori che abbracciano non solo le società ma anche i tifosi: al nord hanno obiettivi prefissati, non è importante se si perde un derby, perché c’è il traguardo finale al quale mancano 36 giornate. Al Sud ci si deprime o esalta per una partita, alla Roma hanno massacrato Fonseca, che per me ha fatto una grande stagione all’esordio in Serie A, dopo due partite. Lo stesso con Sarri ma la Juventus ha resistito: se Sarri avesse allenato una squadra del Sud, con le prestazioni offerte quest’anno, sarebbe stato esonerato. Invece il tecnico è stato protetto, perché lì non c’è Ronaldo o Sarri, ma c’è la società.”

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